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Vocabolario nel dialetto stabiese

Vocabolario dialettale

Vocabolario dialettale

Vocabolario dialettale stabiese: un tesoro di parole antiche

a cura di Maurizio Cuomo

Il dialetto non è solo lingua. È memoria, identità, radici. A Castellammare di Stabia il dialetto conserva sfumature uniche, ricche di storia e cultura popolare. Il vocabolario dialettale stabiese, curato da Maurizio Cuomo, raccoglie termini caratteristici in uso tra gli anziani del posto. Ogni parola è una finestra aperta sul passato, su un mondo fatto di tradizioni orali, proverbi, modi di dire e colori linguistici che rischiano di perdersi.

Vocabolario stabiese

Vocabolario stabiese

Un patrimonio culturale da riscoprire

Molti vocaboli napoletani sono noti in tutta la Campania, ma ogni città ha le sue varianti. Castellammare non fa eccezione. Qui il dialetto si intreccia con la storia locale, le attività quotidiane, i mestieri antichi e la vita di quartiere. Le parole raccolte da Cuomo non sono invenzioni letterarie: nascono nelle strade, nelle botteghe, nei mercati, nei vicoli in cui ancora oggi echeggia la voce del popolo stabiese.

Questo lavoro è il frutto di anni di ascolto attento. Il curatore ha annotato termini e significati durante conversazioni con gli anziani stabiesi. Persone semplici, depositarie di una ricchezza linguistica che difficilmente troveremo nei libri di scuola.


Ultimi termini inseriti (17/08/2025)

‘mparanza
Prendere tutto insieme. Da “paranza”, strumento di pesca tipico della marineria locale, consistente in una rete a strascico, di cui si servivano anticamente i pescatori del posto

‘mparuliarse
l’atto di rivolgersi cattive parole. Offese reciproche e parole ingiuriose tra due interlocutori

musechiare
indica l’atto di lamentarsi sottovoce, esprimendo malumore o insoddisfazione in modo sommesso e continuo. È tipico di chi protesta senza esporsi apertamente, quasi mugugnando

scatarrare
espettorare, dissolvere il catarro, espellere le secrezioni catarrali

sfravecatura
calcinacci, rifiuti da demolizione di muratura. Materiale di risulta dal disfacimento di un corpo di fabbrica portato in frantumi dai muratori

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