Suggerimenti per i malati
di Giuseppe Zingone
In occasione della riapertura al pubblico del parco delle antiche Terme.
Una guida medico-turistica unica nel suo genere
Hints for Invalids About to Visit Naples è, probabilmente, il libro più interessante che mi sia capitato di leggere sotto il profilo turistico e medico. Sebbene non manchino pubblicazioni di carattere strettamente scientifico dedicate agli studi sulle proprietà benefiche delle acque di Castellammare di Stabia, questa guida – chiara, essenziale e scritta in lingua inglese – meritava una giusta collocazione su Liberoricercatore.
Quella che presento è una mia “libera traduzione”, ma le informazioni contenute nel testo mi sono parse davvero interessanti, esaustive, talvolta nuove e curiose. L’opera fu scritta dal medico inglese J. C. Cox, che nel frontespizio della guida si presenta come membro della Linnean Society.1
Le antiche terme e il pubblico inglese
Pubblicato da LONGMAN & CO. LONDON; da GALIGNANI PARIS; e da DEARDEN, NOTTINGHAN(M), nel 1841, aveva lo scopo di essere un agile guida per tutti quegli inglesi che si recavano nel Regno di Napoli, sia per turismo che per lavoro o per salute.
Infatti nel testo si intrecciano notizie storiche sui luoghi da visitare, ma anche notizie di natura medica, con una parte tecnica molto interessante dedicata alle acque di Napoli e dintorni, notizie legate alla posologia, a schede dettagliate e tecniche sulla qualità curativa delle acque.
Castellammare e le sue acque predominano in questo volume, ma sono anche interessanti le notizie sulla vita e sui luoghi della città, piccole curiosità che forse avevano lo scopo di rendere meno specialistico e più comprensivo il volume.
Due elementi fondamentali e un’amara constatazione
Gli ultimi due elementi che ritengo fondamentali, sono: 1) Una bellissima e rara stampa, soprattutto perché vista dal mare, oltre i cantieri navali; 2) La constatazione che quelle acque concesse da Dio, avevano talmente tanti risvolti positivi per la salute dell’uomo, che avremmo potuto curare l’intera umanità gratuitamente, lasciando i medici, gli ospedali, le farmacie, orfani della nostra presenza.
Fa altresì male, che i nostri giovani non abbiano nessuna memoria visiva o olfattiva delle acque delle Terme e che il loro accesso sia precluso a noi stabiesi soprattutto a quelli che come me ne sorseggerebbero volentieri ancora una “pinta”.
Lo scrittore napoletano Giuseppe Marotta, in visita a Castellammare nel 1947, disse delle nostre acque: “L’elenco delle infermità che le acque di Castellammare possono curare s’allunga ogni volta che viene scoperta una malattia nuova.
Dovetti sorridere all’idea di individui che trasportati in barella nello Stabilimento scorressero l’elenco delle acque e finissero per dire mestamente: “Riportatemi a casa, ho soltanto un terzo delle malattie che occorrono a queste fonti, ripasserò”.
Nel testo di Cox, la parola Castellamare ricorre 29, per non ripetere ogni volta il titolo del testo, faremo solo riferimento alle pagine, sia essa una breve frase, come anche per la parte più corposa riguardante la nostra città.
J. C. COX, Hints for invalids about to visit Naples, Mineral Waters of the bay of Naples, London 1841.
Prefazione
L’opera di De Renzi
“Sulla Topografia Medica del Regno di Napoli”,
è poco conosciuto fuori dal regno. Mi sono avvalso
io stesso delle informazioni in esso contenute e dell’opera
di mons. de Rivaz, dal titolo “Descrizione delle Acque
Minerali, e delle Stufe dell’Isola d’Ischia.”
Sono particolarmente debitore anche alla “Analisi e
facoltà Medicinali delle Acque Minerali di Castellamare;La roccia sulla parte opposta della baia, a Sorrento e Castellammare, è costituita da un calcare fine, da cui si può ottenere un’acqua di qualità. Ci sono molte fontane a Napoli che sono alimentate da due corsi d’acqua che nascono dalle alture a qualche miglio di distanza e che vengono condotte in città tramite acquedotti coperti. (pag.19-20)
Sul lato opposto della baia c’è una grande differenza, con una variazione a Castellammare di Stabia che varia dai 10° ai 15° tra mezzogiorno e metà giornata, e lo stesso vale per Vico, Massa e Sorrento, dove la brezza di terra ha la sua piena influenza. (pag. 32)
Le città vicine a Napoli, come Castellammare, Vico, Sorrento, Massa, Amalfi o La Cava, potrebbero costituire una buona residenza per un malato durante i mesi caldi; (pag 37)
Napoli è una delle residenze invernali più ambite; le acque minerali di Castellammare sono almeno pari a quelle di Cheltenham, o addirittura superiori. (pag. 40)
Le acque termali del tempio di Serapide sono utilizzate nella stessa categoria di casi della precedente Acqua Subveni Homini.
Le acque minerali fredde del tempio di Serapide sono anche l’Acqua Media, che assomiglia all’Acqua Media di Castellammare, e l’Acqua dei Lipposi. (pag. 60)L’Acqua dei Lipposi è utilizzata principalmente come collirio per gli occhi deboli, sebbene non siano chiari i costituenti che la rendono così particolarmente adatta a questi casi. L’Acqua Media viene assunta per via interna in casi simili a quelli in cui viene utilizzata l’Acqua Media di Castellammare. (pag. 61)
L’acqua di Castiglione è inodore… Si tratta di un’acqua minerale straordinaria e pregiata, che contiene un’elevata percentuale di ingredienti salini.
Assunta per via orale, ha un effetto aperitivo attivo, simile all’Acqua del Muraglione di Castellammare, ma non ha carattere solforoso. (pag. 99)CASTELLAMARE.
CAPITOLO IX.
DESCRIZIONE GENERALE.
La grande catena degli Appennini che attraversa l’Italia quasi da nord a sud, forma diverse catene sussidiarie. Di queste, una attraversa il regno di Napoli da nord-ovest a sud-est vicino a quella città, passando dietro e a est di essa, e un’altra catena di colline si erge vicino al Vesuvio; ad angolo retto da questa, estendendosi fino al promontorio di Minerva, di fronte a Capri. Queste varie catene collaterali, sebbene di minore altitudine rispetto alla catena principale, si elevano tuttavia a grande altezza e sono ricoperte di vegetazione quasi fino alla cima. Le colline che formano il confine sud-orientale del grande cratere del golfo di Napoli sono costituite da una roccia calcarea a grana fine, ricoperta da uno strato di Pozzuolana dello spessore di 90-120 cm.
Questo calcare contiene resti organici in grande abbondanza; bellissime impressioni di pesci, di cui la specie chiamata dai napoletani Sparaglioni (Sparus quarracinus) esiste ancora nel fieno, come anche Ammoniti ed echiniti in gran numero e (pag. 138)perfezione.
Questa roccia costituisce un eccellente materiale da costruzione; sebbene, data la maggiore facilità di lavorazione, i napoletani preferiscano impiegare tufo o lava, entrambi molto più deperibili di questo calcare a grana fine. Queste colline sono scoscese, ma mirabilmente adatte alla coltivazione della vite e i pendii sono splendidamente ricoperti di castagni fino alla cima. Dove i versanti sono meno scoscesi, le parti più elevate abbondano di prati erbosi, preziosi per il pascolo, che producono il burro e la carne di vitello più pregiati, per i quali le colline sorrentine e altre sono da tempo celebri. Una parte della catena era originariamente chiamata Monti Lattari, da cui il nome di un villaggio, Lettere, ancora oggi.
L’altezza di queste montagne varia dai 600 ai 1500 metri sopra il livello del mare, con il Monte Sant’Angelo alto ben 1500 metri. Il promontorio formato da questi monti costituisce la parte meridionale e orientale del cratere del golfo di Napoli, un vasto bacino vulcanico, di cui esistono ancora i lati intorno a tre quarti della circonferenza, l’altro quarto essendosi sgretolato e distrutto, formando così gli ingressi del mare nel golfo.
Strabone, descrivendo il golfo di Napoli, dice: “Sinus quern cratera vocant e Miseno ad Atheneum, cum duobus coeuntibus promontoriis, sinuatur. Super has ripas tota est sita Campania, campus omnes felicitate superans; in ejus circuitu vero jacent tumuli, mirifica fructuum ubertate conspicui, montesque Sannitum pariter et Oscorum.” – Strabone, storico e geografo greco. (pag. 139)Castellammare di Stabia, celebrata da Galeno, da Plinio e da Columella per le sue acque minerali, si trova ai piedi di queste montagne, nell’angolo orientale del golfo. Occupa quasi il sito dell’antica Stabia e conta circa 24.000 abitanti. L’antica città di Stabia fu distrutta due volte: prima da Silla durante le guerre civili, nell’anno urbis del 664; e poi da quella tremenda eruzione del Vesuvio che distrusse Ercolano, Pompei e varie altre città, nel 79 d.C. Qui morì anche Plinio il Vecchio, che aveva navigato da Miseno a Stabia per poter assistere alla terribile potenza della montagna dal punto più vicino possibile, sacrificando la sua vita ai suoi eccessivi prodigi; devozione alla contemplazione della natura in tutta la sua estensione, probabilmente fu soffocato dal fumo o dai gas nocivi provenienti dalla montagna. Ciò non apparirà meraviglioso a coloro che hanno assistito a una (pag. 140)
Note alla pagina 140:
* Galenus Methodus medendi, Lib. V. cap. XII.
♰ * * * calculosis mederi. Et qua vocatur acidula ab Peano Sidicino quatuor millibus passum haec frigida. Item in Stabiano, quae dimidia vocatur, et in Venafrano ex fonte acidulo.” Plinii Hist. Nat. lib. XXXI. cap. I .
✛ “Fontibus et Stabiae celebres.” Columella de Cultu Hortorum, lib. X.
§ Un’iscrizione greca, rinvenuta nel porto di Castellamare due secoli fa, fa riferimento al porto di questa città di Stabia formato dal Senato per comodità dei naviganti.
⨳Suburbia Portumque ad civium et nautarum commoditatem Senatores Stabienses construi curarunt Diphiluo quamvis tardus Architectus ad jussum tamen celer quinquennio absolvit.”
Capaccio.eruzione del monte anche in tempi moderni, quando la sua potenza è relativamente esaurita.
Nell’eruzione del 1° gennaio 1839, una densa nube coprì l’intera zona da Pompei a Stabia e ben oltre. Un vapore opprimente e soffocante aleggiò su questi luoghi per tre giorni, e le ceneri caddero per un’altezza di 45-60 cm su tutto il promontorio; tanto che al piccolo comune di Castellamare costò diverse centinaia di ducati rimuovere l’accumulo dalle vie pubbliche.
Castellamare è per la maggior parte costruita a livello del mare; ma la collina di Qui si Sana, che si erge immediatamente dietro di essa, è disseminata di casini e ville, affittate a forestieri e visitatori che annualmente vi si recano per beneficiare dell’aria salubre e delle preziose acque minerali. L’accesso a queste ville avviene tramite una strada tortuosa, costruita con grande spesa, che conduce al palazzo reale. Fu eretto inizialmente da Carlo d’Angiò come residenza estiva, grazie alla salubrità dell’aria. Fu ampliato e migliorato successivamente da Re Roberto, da Ferdinando I e da Sua Maestà Ferdinando II. È chiamato “Qui si sana” per la sua particolare salubrità, poiché molti membri della famiglia reale di Napoli vi hanno ristabilito la salute.
Le colline intorno al palazzo sono intersecate da piacevoli sentieri, ornati da bellissime fontane, che offrono una piacevole passeggiata all’ombra e sono accessibili al pubblico in qualsiasi momento. Queste strade sono numerose, (pag.141)si estendono per miglia, conducendo alla cima del Monte Coppola, una splendida collina conica ricoperta di castagni, da vari punti della quale si godono incantevoli viste sul golfo, sul Vesuvio e su Napoli. La vista del tramonto, in estate e in autunno, da questi boschi è più splendida e magnifica più di quanto si possa immaginare da chi non ha mai assistito a un tramonto nel Mediterraneo. L’intero paesaggio è illuminato da tinte che la pittura non può descrivere né la poesia esaltaree. In questi boschi incontriamo gruppi di persone su asini, girovaghi di ogni paese: russi, tedeschi, americani e indiani, ma principalmente i nativi della nostra terra, distinti per le loro abitudini nomadi, che si riuniscono qui, a più di 1200 miglia da casa, per poter esplorare le bellezze di questa invidiata regione e ammirare le meraviglie della natura e dell’arte, disseminate in tanta profusione tutt’intorno. La temperatura di Castellammare in estate è di circa otto gradi inferiore a quella di Napoli durante il giorno; ma di notte fa dai 10 ai 12 gradi in meno. Questa differenza deriva dalla brezza di terra, che a Castellammare si avverte con una piacevole freschezza, soffiando dolcemente dagli altopiani durante la notte. A Napoli non si avverte altrettanto, perché è riparata dalle montagne, dalla collina di Pizzo Falcone e dal Vomero; da qui la differenza del termometro durante i mesi di luglio e agosto: solo circa cinque gradi tra mezzogiorno e… (pag. 142)
mezzanotte. Chi risiede d’estate sul Vomero trova le notti molto più fresche grazie alla brezza marina. Non c’è malaria intorno a Castellammare, sebbene il terreno tra Castellammare e il Vesuvio sia tutto alluvionale, essendo stato in passato un’ampia foce di un fiume o braccio di mare, che lambiva le mura di Pompei e di Stabia, ed era navigabile fino ai piedi dei monti. Il Sarno, che ancora scorre lungo la valle, è un corso d’acqua rapido e impetuoso, che garantisce un ampio drenaggio al terreno; e questo, aggiunto all’attenta coltivazione che gli viene dedicata, non lascia alcun tratto di terreno soggetto a esalazioni impure o effluvi paludosi. È vero che è abbondantemente irrigato; ma i campi sono così ben puliti e l’agricoltura così eccellente che non si verificano febbri malariche, e solo occasionalmente si riscontrano casi di febbre intermittente. Molti fatti tendono a dimostrare che in un’epoca remota i golfi di Napoli e Salerno comunicavano attraverso la valle di Nocera, e che così le colline sorrentine formarono l’isola delle Sirene di Ulisse, che in origine era così fertile di viti e pascoli da essere chiamata la Sirena de’ Campani. Si è scoperto che gli strati che uniscono queste colline alla catena opposta sono di un deposito più recente, ed è quindi altamente probabile che il mare possa aver attraversato la terra per questa via, ora ricca di viti e pascoli. Le rocce desolate, chiamate Sireni, non avrebbero mai potuto mostrare quelle scene così (pag. 143)
seducenti per i compagni di Ulisse, mentre la terra attorno al promontorio di Minerva era chiamata dagli antichi geografi Terra Sirenusarum e senza dubbio questa splendida regione era adornata dalla natura con tutto ciò che poteva attrarre lo sguardo: le sue coste frastagliate e frastagliate da rocce e curiose caverne, che ancora oggi restituiscono suoni meravigliosi all’impulso delle onde, e ornata da diverse città importanti e pittoresche. Che sia quindi assolutamente normale, o solo quasi, la sua posizione geografica e le sue bellezze locali rendono estremamente probabile che questo fosse il luogo suggerito al poeta come teatro di piaceri seducenti per i compagni di Ulisse. Gli abitanti di questa regione erano un tempo preminenti per la loro intraprendenza e audacia marittima. Gli Amalfitani si distinguevano in tutto il mondo come marinai avventurosi e la loro città ha acquisito onore immortale grazie alla scoperta della bussola marinara e alla conservazione della copia delle Pandette. I Sorrentini si trovano ancora oggi in tutte le parti del mondo, spingendo le loro imprese fino alle più lontane coste dell’America e persino dell’Asia; e le vestigia di antiche città che occasionalmente vengono scoperte qui, così come quelle che ora rimangono, segnano la grandezza e l’opulenza che un tempo esistevano; mentre le rive opposte del Sarno erano ornate da Pompei e numerose altre città, e la costa vicina si distingueva per Posidonia o Paestum, i cui nobili templi attestano una razza di abitanti (pag. 144)
puliti e raffinati, ben al di sopra persino di Roma stessa. Le arti, e in particolare l’architettura, sono tra le misure più autentiche della cultura intellettuale; e queste nobili reliquie di un popolo potente dimostrano una sublimità e una capacità di concezione ineguagliabili da qualsiasi altro resto nell’Italia moderna; templi che l’antichità remota definisce antichi, e con i quali non possiamo trovare paragoni, se non tra le rovine di Tebe o di Menfi. Quanto diverso doveva essere l’aspetto del paese prima della distruzione di Stabia da quello che presenta oggi. Il Vesuvio, allora alto quasi quanto Sant’Angelo, presentava un grande cono ininterrotto, invece di essere, come ora, diviso in tre cime. Tra le numerose città ai suoi piedi, Pompei ci è stata quasi miracolosamente preservata, a dimostrazione della perfezione a cui le arti e le raffinatezze della civiltà erano giunte al momento della sua distruzione. Le sue mura erano bagnate dal Sarno, un ampio stretto che si estendeva fino alla città di Stabia dall’altra parte, ed era navigabile da grandi navi per molte miglia a monte di quelle città. Le colline alla loro base erano costellate di popolosi villaggi, di cui innumerevoli vestigia esistono ancora; e quelle che ancora rimangono, offrono un argomento solenne e interessante per la contemplazione del moralista e del cristiano; che non può non essere colpito dalla giustizia della punizione che si abbatté su queste “città della pianura”, in cui il vizio grossolano e disgustoso regnava predominante, come i resti nella stanza privata del (pag. 145)
Museo Borbonico di Napoli ne sono una testimonianza dolorosa; e stiamo attenti a non perdere, nella contemplazione di tale antica grandezza e di tale attuale decadenza, la grande lezione così mirabilmente inculcata dal nostro Salvatore stesso: “Se non vi pentite, perirete tutti allo stesso modo”. Castellammare deve il suo nome all’essere stata fortificata da Carlo I, re di Napoli, che circondò la città di mura e vi costruì due robusti castelli. Oggi è importante perché ospita l’arsenale e il cantiere navale dell’attuale sovrano. È un luogo di notevole interesse commerciale, essendo il deposito di gran parte dei prodotti agricoli della Sicilia e della Puglia. Le paranzalle, cariche di grano, scaricano lì i loro carichi, che vengono trasportati su piccole imbarcazioni verso le varie città minori della baia, per essere trasformati in maccheroni e pasta. Le navi salpano frequentemente da Castellammare verso l’Algeria, per fornire foraggio all’esercito francese; Alcune navi britanniche arrivano occasionalmente con carbone, per diverse industrie di manifatture nei dintorni, ricevendo olio e frutta, o i prodotti della collina della Penisola Sorrentina. Il terreno nei dintorni della città è estremamente fertile e produttivo; e il suo mercato rifornisce di verdura e frutta molti dei distretti circostanti. I vini coltivati sulle colline sono corposi ed eccellenti. Le pianure, soprattutto nella valle del Sarno, offrono ortaggi di ogni tipo in grandissima abbondanza. I cocomeri sono famosi in tutto il regno, e sia questi che le belle e grandi reti (pag.146)
di meloni cantalupo, del peso di otto o dieci libbre, vengono venduti a tre pence e mezzo o due pence l’uno. Il terreno tra Pompei e Stabia, essendo tutto alluvionale, è produttivo oltre misura; non appena si raccogliere un raccolto se ne semina un altro; e le file di un tipo di prodotto già maturo si alternano a quelle del raccolto successivo; così che uno succede all’altro senza interruzione. Piselli, fave e grano sono sostituiti dal cotone, dalla palma christi (pianta di ricino) e dal mais; e quando questi sono raccolti, carciofi, cavolfiori e lattughe prendono il posto del raccolto invernale. I terreni della valle sono accuratamente irrigati, così che il calore estivo impone ai diversi tipi di prodotti una meravigliosa rigogliosità. Le colline, ai piedi delle quali sorge la città, sono bellissime, sia per la peculiarità della loro posizione, sia per la varietà della loro superficie. Le loro ripide scogliere sono intersecate da profondi burroni, letti di antichi torrenti montani, i cui fianchi offrono abbondanti esempi di paesaggi, audaci e pittoreschi al tempo stesso. Certamente nessun luogo offre un campo più ampio per il genio dell’invenzione architettonica, sia per la sua crescente reputazione, sia per la sua posizione attraente. Come si diletterebbe il gusto di un Burton nell’adattare ville e casini a un paesaggio così squisito, che offrirebbe da ogni finestra una vista senza pari in qualsiasi parte del mondo? Quanto sarebbe delizioso per l’orticoltore il decoro (pag. 147)
di un luogo del genere, con nobili e variegati esemplari di magnolia, catalpa, canfora, alloro, arancio e limone; i boschetti di oleandro, robinia, melograno, metrosideros e tutte le piante ornamentali della Nuova Olanda; le rampicanti, passiflora, bignonia, cobea, ecc.; le bordure di mirto e camelia;
i gerani che crescono a cespuglio, i fiori estivi dell’Inghilterra che sbocciano in inverno, con i fiori dei tropici in estate; i cactus speciosus e speciosissimus sui muri e nelle recinzioni;
mentre il giardino potrebbe essere ombreggiato dalle viti, dal fico, dalla crisomela, dall’albicocche e dal pesco, che danno i loro frutti in abbondanza.
Nulla, infatti, potrebbe essere più interessante per l’orticoltore che dedicarsi alla sua attività preferita in un paese come l’Italia meridionale, dove lo stesso giardino potrebbe essere reso produttivo di frutti provenienti dai paesi temperati e intertropicali; e dove, con un po’ di cura e scienza, il melo, il pero e il pesco potrebbero essere coltivati in concomitanza con l’ananas, il mango e l’ananas. Castellammare, tuttavia, essendo più freddo dei paesi limitrofi, non sarebbe un luogo adatto per tali esperimenti; anche se, senza dubbio, produrrebbe molte piante sia dell’Europa settentrionale che meridionale sulla parte più alta della montagna. I boschi della montagna offrono una
* Vera mela dorata o albicocca standard.
♰ Prunus Armeniaica. (pag. 148)un’area deliziosa per il botanico, le cui escursioni gli faranno conoscere una grande varietà di piante interessanti e rare, molte delle quali di carattere alpino.
Le elevate alture retrostanti e la sua esposizione a nord ombreggiano gran parte della città durante i mesi invernali, tanto che in quel periodo non è riscaldata dal sole come la parte opposta della baia.
Né, nel descrivere Castellammare, dobbiamo omettere di menzionare la splendida strada che da lì porta a Sorrento. Quest’opera, la cui esecuzione è durata molti anni, è ora completata ed è una delle strade più belle che si possano trovare in qualsiasi paese. L’alta e scoscesa montagna, ai cui piedi passa, si erge a un certo punto dal mare in modo così ripido e quasi perpendicolare che è stato un lavoro di grande fatica realizzarne un tratto di larghezza sufficiente per una strada; mentre in altri punti era così scavata dalle valli dei torrenti montani che furono necessari numerosi ponti, uno dei quali composto da doppie arcate, una fila sopra l’altra, forma uno splendido e pittoresco esempio di architettura. La vista del golfo di Napoli da questa strada, arricchita dalle sfumature del tramonto, quando l’intera baia è come un lago dorato e il Vesuvio di un intenso color porpora, è davvero magnifica. (pag. 149)CAPITOLO X.
ACQUE MINERALI DI CASTELLAMARE E DI
TORRE DELL’ANNUNCIATA.
La città e la campagna adiacente a Castellammare sono ottimamente rifornite di acqua dolce, che viene prelevata da varie sorgenti sulle colline circostanti e condotta da lì tramite acquedotti coperti, per alimentare le fontane del Boschetto del Re e da lì alle varie fontane pubbliche del Qui si Sana e in città. Pertanto la città gode del vantaggio, molto apprezzato in vari paesi, di avere un’ampia riserva di acqua buona e salutare per tutti gli usi della vita. Ma ciò che più distingue questa città, e che ha dato fama a Stabiae fin dai tempi di Galeno, è la presenza di diverse sorgenti minerali che vi si trovano in grande varietà e in inesauribile abbondanza. Queste acque medicinali sgorgano dalla roccia calcarea alla base del Monte Gauro, o d’Auro, che sovrasta la città. Hanno tutte una temperatura quasi pari a quella media del luogo, ovvero circa 18°C; da questo punto di vista, si differenziano notevolmente dalle acque termali di Ischia, che sono tutte ad alta temperatura. La maggior parte delle sorgenti si trova a breve distanza l’una dall’altra, nel giardino delle Terme (pag. 150)o nella Strada Cantieri, adiacente ad essa.
L’Acqua del Muraglione, tuttavia, sgorga a circa un miglio dalla città. In vari punti della costa, sulla strada per Vico, ci sono sorgenti sulfuree che sgorgano dal mare, o vicino alle sue rive, emanando un forte odore di idrogeno solforato e conferendo un sapore particolare all’acqua di mare circostante.
Un barcaiolo si lamentò che il colore bianco della sua barca, che era stata recentemente dipinta, avesse subito una singolare trasformazione in nero, a causa della sua sosta troppo vicina a quel luogo mentre un signore era impegnato a disegnare la baia: l’idrogeno solforato che fuoriusciva dalle sorgenti sulfuree aveva agito sul piombo della pittura. In effetti, queste sorgenti in riva al mare sembrano essere acque minerali fortemente saline, contenenti idrogeno solforato e materia salina, analoghe all’Acqua Solfurea del Muraglione, che si trova nelle vicinanze. Di seguito l’elenco delle varie acque:- (pag. 151)Questo catalogo include tutte le sorgenti attualmente presenti a Castellammare, che sgorgano spontaneamente dalla roccia. È molto probabile, tuttavia, che se si scavassero pozzi nelle vicinanze, si troverebbero altre sorgenti di pari valore; finora questo non è stato tentato, e la roccia ha una struttura così dura e densa da rendere l’opera piuttosto difficile da realizzare. Le sorgenti altamente mineralizzate che si trovano in riva al mare mostrano una tale quantità che le ricchezze del distretto in acque minerali devono ancora essere esplorate, e senza dubbio ripagherebbero ampiamente l’indagine. Le terme sono alimentate dall’eccedenza delle acque minerali, che scorre in un corso d’acqua sufficientemente grande da far girare due mulini entro un centinaio di metri dal luogo; vengono riscaldate artificialmente a qualsiasi temperatura richiesta. Le acque sono generalmente limpide e trasparenti; ma l’Acqua del Muraglione è leggermente opalina quando è in grandi quantità. Sono inodori, ad eccezione delle acque sulfuree, che influenzano l’atmosfera a notevole distanza dalla sorgente, soprattutto in particolari condizioni meteorologiche.
La stagione di Castellammare va da giugno a fine settembre; ma le acque vengono prelevate dai napoletani, di solito durante i mesi di luglio e agosto; e in quei mesi sono allo stato più efficiente, non essendo diluite dalla pioggia. Non vengono esportate fuori dal regno, sebbene non vi sia dubbio che sarebbero molto richieste se le loro preziose proprietà fossero note a tutti. (pag. 153)L’Acqua del Muraglione può essere trasportata a distanze considerevoli senza che le sue proprietà ne subiscano alterazioni, se conservata in bottiglie ben tappate, e costituirebbe un’ottima medicina purgativa; anche tutte le altre possono essere conservate, eccetto quella sulfurea. Ma gli effetti benefici di queste e della maggior parte delle altre acque minerali derivano principalmente dalla loro assunzione sul posto, con tutti i vantaggi derivanti dal viaggio e i benefici della particolare atmosfera del luogo, a cui si ricorre per ottenerle.
ACQUA FERRATA.
Si tratta di un’acqua ferruginosa leggera e semplice, analoga a quella di Tunbridge Wells. Ha un deciso sapore metallico e sembra contenere una modesta miscela di altre sostanze saline. È poco utilizzata, essendo stata sostituita dall’Acqua Ferrata del Pozzillo. La sorgente sgorga all’inizio della Strada Cantieri, in una bassa grotta a volta all’interno di un mulino, ed è di proprietà privata. È utile in caso di debolezza uterina, amenorrea, clorosi, disturbi dispeptici, ecc.
L’Acqua Ferrata può essere assunta in dosi di due bicchieri grandi al giorno, uno al mattino a digiuno, l’altro a mezzogiorno. L’assunzione dovrebbe essere continuata per sei settimane o due mesi, abbinata a bagni di mare. (pag. 154)ACQUA ACIDOLA.
Quest’acqua ha ottenuto grande reputazione per secoli, per la cura dei calcoli. Fu chiamata Media da Plinio, forse per la sua posizione tra le due acque ferruginose. La seguente iscrizione si trova sopra l’edificio eretto per la sua ricezione:
ACQUÆ ACIDULÆ
*QUAM OLIM PLINIUS
IN PLURES MORBOS COMMENDAVIT
NUNC VERO COTUNNIO VARIO-QUE PROBANTIBUS.
STABIENSES REGIS ET POPULI
COMODITATI CONSULENTES
P. S. ÆDICULAM HANC. FAC. CUR.
ANNO MDCCLXXXVII.
L’origine della sorgente si trova in un magazzino sul lato sinistro della Strada Cantieri, sulla strada per le terme; Viene raccolto in un pozzo quadrato, da lì scorre in un canale aperto lungo il pavimento dell’appartamento e sotto la strada fino all’edificio sul lato opposto della strada, da dove passa attraverso due tubi, uno per lato, in un truogolo e da lì in mare. Il sapore è leggermente acidulo; non è frizzante nemmeno quando fuoriesce dalla roccia, il gas carbonico.
• “Calculosis mederi.—Item in Stabiano quæ dimidia vocatur et in Venafrano ex fonte acidolo.” – Plinio, Hist. Nat. (pag. 155)Sembra essere combinato in esso in qualche modo peculiare; ma è molto evidente al gusto, da cui il nome di Acidola o Acetosella. Non contiene muriato di soda e solo una piccola proporzione di altri ingredienti salini. Dovrebbe essere assunto in grandi quantità durante il giorno, sia da solo che durante i pasti. Durante il suo utilizzo, si dovrebbero evitare tutti i vini, gli acidi e la frutta; la dieta dovrebbe essere leggera e nutriente e il trattamento dovrebbe essere continuato per almeno due mesi. L’effetto di quest’acqua è quello di alterare la qualità dell’urina, favorire l’espulsione di sabbia e materia sabulosa, prevenire l’ulteriore deposito di tartaro e promuovere l’espulsione di quelle concrezioni già formate. Che questi siano i benefici effetti di un trattamento con quest’acqua è dimostrato da migliaia di casi che ne sono stati alleviati, e la reputazione che si è guadagnata in molti secoli passati è confermata dall’esperienza odierna. (pag. 156)
L’analogia tra queste tre acque minerali è notevole: sono identiche per temperatura e estremamente simili per composizione. L’Acqua Acidola è molto diuretica e poco aperitiva. È anche eccellente per bollire verdure e cucinare; e agli invalidi se ne raccomanda l’uso per tutti gli usi alimentari.
ACQUA ROSSA.
L’Acqua Rossa è un’acqua limpida, brillante e trasparente, che sgorga in Strada Cantieri, a ovest dell’edificio dell’Acqua Acidola, e sullo stesso lato della strada. Le pietre su cui scorre sono ricoperte da depositi ferruginosi, e per il loro colore rosso l’acqua è sempre stata chiamata Acqua Rossa. È un’acqua ferruginosa delicata, contenente una piccola percentuale di componenti salini, ad eccezione del perossido di ferro. Le sue proprietà medicinali sono state tenute in grande considerazione per secoli dagli indigeni, che annualmente vi ricorrono per il suo uso sia esterno che interno. L’Acqua Rossa è utile in caso di debolezza, in associazione ai bagni di mare. Può essere assunta in dosi di due o tre pinte al giorno, ed è eccellente se miscelata con i vini. La dieta dovrebbe essere allo stesso tempo abbondante e nutriente. Si consiglia di fare esercizio fisico leggero mattina e sera, evitando qualsiasi sforzo non necessario. Quest’acqua sarà benefica in tutti i casi di debolezza generale o localizzata; Nella dispepsia e nella debolezza uterina; nelle persone che soffrono degli effetti della febbre o di qualsiasi altra grave malattia, i poteri ricostituenti di questo ferruginoso sono eccellenti. Non esistono analisi soddisfacenti. L’invalido può completare il ciclo con l’Acqua Ferrata del Pozzillo, che è più fortemente impregnata. (pag. 158)ACQUA MEDIA, N. I. E N. II.
Si tratta di un’acqua salina acidula, contenente molta anidride carbonica. Ha due sorgenti, che sgorgano a circa quattro piedi di distanza l’una dall’altra, dalla roccia calcarea ai piedi del Monte Gauro, di fronte alla porta dell’arsenale reale. Il luogo da cui nascono queste e altre sorgenti minerali è stato recintato e le acque che in precedenza scorrevano insieme in un unico corso d’acqua sono ora separate; un grazioso giardino fiorito la circonda e il tutto è mantenuto con discreta cura. Un portico, eretto sopra le sorgenti principali, le difende dalla pioggia e dalla polvere. Quelle sull’angolo destro, entrando in questo portico, sono l’Acqua Media. La prima di queste nasce sotto due pietre poste ad angolo acuto e scorre verso est; la seconda ha origine a circa quattro piedi dalla prima e ad angolo retto con essa; si mescola presto con la prima corrente e scorre nella stessa direzione e nello stesso canale. L’Acqua Media ha un deciso effetto aperitivo e diuretico; è molto piacevole da bere e viene spesso assunta durante i pasti, accompagnata dal vino di Gragnano. Con quest’acqua, alla giusta temperatura, si possono fare bagni, sempre pronti all’uso. (pag. 159)
L’Acqua Media è un’acqua minerale pregiatissima e gradevole. È utile in tutti gli ingrossamenti dei visceri; libera i vasi portali e quelli della milza, stimola i reni a una corretta secrezione e stimola le ghiandole mesenteriche.
* Nell’analisi quantitativa di Vulpes & c., si suppone che tutti gli alcali esistano come bicarbonati, mentre in quella di Bergman vengono calcolati come carbonati, quindi l’acido carbonico libero è molto maggiore secondo questi ultimi chimici rispetto ai primi.In alcune effusioni idropiniche si è dimostrata molto utile, e in particolare benefica, per ovviare all’influenza nociva del clima malsano; allevia l’anoressia, la lingua pruriginosa, l’intestino irregolare, gli accumuli di muco, il mal di testa, il languore e la febbre bassa, così ben noti a coloro che hanno vissuto in paesi caldi. È anche raccomandata nelle malattie erpetiche; e poiché i disturbi cutanei sono quasi invariabilmente associati a disturbi di stomaco, è quasi certo che sia benefica per queste malattie. Quest’acqua dovrebbe essere assunta in dosi di circa tre pinte ogni mattina, a digiuno, facendo un po’ di esercizio tra un bicchiere e l’altro. Se, dopo aver seguito questa cura per alcuni giorni, l’intestino dovesse essere bloccato, sarebbe consigliabile assumere un aperitivo, come due o tre dramme di sali di Epsom disciolte in una delle sorsate; ma non è corretto continuare ad aumentare la quantità di Acqua Media, molto oltre quella indicata. Forse è meglio iniziare con un breve ciclo di Acqua del Muraglione e in seguito iniziare con l’Acqua Media come prescritto.
È importante ricordare che è l’influenza generale sulla massa del sangue che produce il buon effetto dell’acqua minerale; e questo è meglio favorito assumendo una dose moderata per un periodo di tempo considerevole. Durante il ciclo delle acque il paziente dovrebbe alzarsi presto e fare esercizio prima di colazione, coricarsi a metà giornata e camminare o cavalcare di nuovo la sera; la dieta dovrebbe essere leggera e nutriente, il vino non dovrebbe essere di
(pag. 161)un tipo alcolico forte, ma il vino del paese, come il Gragnano, assunto con Acqua Media. Un ciclo di acque di Castellammare, assunto in questo modo e perseverato per un tempo adeguato, si rivelerà efficace nella maggior parte delle forme di malattia per le quali è raccomandato.
ACQUA SOLFUREO FERRATA.
Esistono moltissime forme di malattie cutanee che traggono particolare beneficio dallo zolfo, usato sia internamente che esternamente; e non esiste un modo in cui la sua somministrazione sia così efficace
come quella delle acque minerali. L’idrogeno è un ottimo solvente dello zolfo e, quando viene diffuso in questo modo nell’acqua, viene assorbito più completamente e agisce sulla malattia in modo più efficace che in qualsiasi altro modo. La quantità di zolfo assorbita nell’organismo da un ciclo d’acqua di Harrogate è in realtà estremamente ridotta; eppure ha un’influenza molto maggiore su alcune eruzioni erpetiche e di altro tipo rispetto a una quantità molto maggiore assunta in qualsiasi altro modo. C’è qualcosa di così ripugnante nell’odore e nel sapore dell’idrogeno solforato in generale, che solo quando viene diffuso nell’acqua e intimamente combinato come avviene nel grande laboratorio della Terra, è possibile somministrarlo a persone con stomaci irritabili; eppure, sotto forma di acqua minerale, può essere somministrato anche ai soggetti più delicati senza scombussolarli. Ma questi (pag. 162)Le malattie della superficie cutanea si riscontrano più frequentemente in persone con un sistema nervoso debole e irritabile, nelle quali è opportuno associare un tonico a un rimedio specifico; e questi effetti si combinano in modo ammirevole nell’acqua sulfurea di Castellammare, in cui il ferro ferruginoso e l’aperiente salino sono associati all’acqua sulfurea. Nelle acque di Harrogate e Moffat non è presente ferro, ma nell’Acqua Solfurea Ferrata di Castellammare ne è presente una quantità molto considerevole. È quindi preziosa sia come tonico che come acqua sulfurea; e la percentuale di ingredienti salini è maggiore rispetto all’acqua di Harrogate. Il medico apprezzerà facilmente il valore di tale combinazione. (pag. 163)
Non esiste un’analogia per quest’acqua in Europa. La combinazione di acqua salina acidula, solforosa e ferruginosa è straordinaria e preziosa. È un rimedio eccellente per le malattie della pelle, l’orticaria cronica, le eruzioni erpetiche di ogni tipo, la sudamina, la psora cronica, le scrofolosi di varie forme, la leucorrea, la blenorrea, ecc. Si consiglia di assumerla in dosi di una o due pinte al mattino a digiuno, e un’altra un’ora prima di pranzo.
La sorgente sgorga in grande abbondanza dalla roccia calcarea attraverso un’apertura quadrangolare sul lato nord del giardino, a circa trenta piedi dall’Acqua Media e a pochi metri dall’Acqua Ferrata del Pozzillo; si mescola immediatamente alla corrente generale ed esala un intenso odore di idrogeno solforato in tutto il giardino.
Svariate bolle di gas fuoriescono dal fondo del ruscello, a dimostrazione della presenza di una grande quantità di gas liberi nell’Acqua Solfurea, che non viene trattenuta saldamente dall’acqua. Ci sono altre sorgenti minori dello stesso tipo che confluiscono nel corso principale a destra e a sinistra, i cui costituenti non sono stati studiati.ACQUA DELLA SPACCATA.
SP. GRAV. 1004.623. TEMPERATURA 64°.
Quest’acqua sgorga dalla roccia quasi di fronte all’Acqua Solfurea Ferrata e sul lato sud del ruscello. Assomiglia all’Acqua Media per carattere, ma è decisamente più aperitivo, contenendo in una pinta 52.712 grani di ingredienti salini. Ha le stesse proprietà medicinali ed è applicabile negli stessi casi dell’Acqua Media; emana un odore di idrogeno solforato e ha un sapore salino. (pag. 165)ACQUA DELLA ROGNA
Quest’acqua sgorga dalla roccia a pochi metri a est della precedente sorgente. Ha un odore epatico e un sapore salato; contiene tracce di idrogeno solforato e gas di anidride carbonica, e ingredienti salini simili all’Acqua Media. Si dice che sia utile in caso di prurito, da cui il nome.
ACQUA CONTRO LA TINEA, N. 1 e N. II.
Queste due sorgenti sgorgano dalla roccia sul lato sud del giardino, tra l’ultima e l’Acqua Ferrata del Pozzillo, scorrendo verso nord e mescolandosi presto con il corso d’acqua generale. Sono esattamente simili all’Acqua della Rogna ed esalano un odore di idrogeno solforato, le cui bollicine e il gas di anidride carbonica si alzano dal ruscello. Gli ingredienti salini sono simili a quelli dell’Acqua Media. Queste sorgenti sono famose per il loro utilizzo nei casi di tinea capitis, e ci sono senza dubbio molti casi di questa malattia in cui radersi la testa e fare frequenti bagni con quest’acqua sarà estremamente benefico, molto più della seta oliata e del sistema iperstimolante che è diventato di moda impiegare, sebbene il calore della testa e la continua successione di eruzioni cutanee suggerirebbero piuttosto un trattamento più rinfrescante. (pag. 166)ACQUA FERRATA DEL POZZILLO.
Questa sorgente sgorga sul lato orientale del giardino, di fronte alla prima Acqua Media; un piccolo pozzo, di circa sessanta centimetri quadrati e profondo un metro, ne costituisce il serbatoio. Dal fondo fuoriescono costantemente bolle di gas, che sono di acido carbonico. Si tratta di un ferruginoso molto prezioso, ricco di gas di acido carbonico e contenente un’alta percentuale di ingredienti salini; agisce quindi come un delicato aperitivo oltre che come tonico; una combinazione importante, poiché il tonico in questa forma non è saponato per eccitare la circolazione. Il sapore è metallico, ma vivace, salino e rinfrescante. Si assume in dosi di una pinta due o tre volte al giorno ed è un’eccellente bevanda per la cena mescolata al vino. Un ciclo d’acqua dovrebbe essere utilizzato in concomitanza con bagni di mare e dovrebbe essere continuato per almeno due mesi. La dieta dovrebbe essere abbondante e nutriente, abbinata a un leggero esercizio su un asino o in una carrozza. È molto utile in tutti i casi di debolezza generale, nella dispepsia derivante da debolezza dello stomaco, nella clorosi, amenorrea e altre malattie da atonia uterina, nella sterilità derivante dalla stessa causa, nella menorragia passiva e nella leucorrea, in varie malattie associate a circolazione languida, nei bambini scrofolosi, ecc. (pag. 167)L’Acqua Ferrata del Pozzillo, come si può vedere dalla tabella, contiene una percentuale di ferro considerevolmente maggiore rispetto all’acqua di Toeplitz e una notevole quantità di acido carbonico, per cui è molto gradita allo stomaco. È inoltre superiore all’acqua di Schwalbach in tutti i principali componenti salini. Si avvicina molto nella composizione all’acqua minerale di Leamington, ma la sua percentuale di ferro è maggiore e la quantità di acido carbonico libero rende l’Acqua Ferrata particolarmente gradevole.
ACQUA FERRATA NUOVA.
A circa otto o dieci metri dal pozzo precedente, e rivolta a sud, si trova una sorgente scoperta da Don Catello Trojano, chiamata Acqua Ferrata Nuova. Questa è racchiusa in un piccolo pozzo di circa due piedi quadrati, ed è situata vicino al ruscello che convoglia le acque minerali.
È chiamata Nuova in contrasto con l’Acqua del Pozzillo, che in precedenza era chiamata Antica. È un buon ferruginoso, di composizione molto simile a quest’ultima, e viene impiegato in casi simili, ma più particolarmente esternamente come collirio per la debolezza degli occhi, per la quale gode di grande reputazione.
È anche molto utile come applicazione per vecchie ulcere alle gambe, soprattutto se combinata con l’oppio per via interna, come raccomandato dal signor Skey.
L’Acqua Ferrata Nuova non è stata analizzata minuziosamente; contiene una quantità maggiore di ferro e altri ingredienti salini, ma è molto più calma della precedente, con una quantità di gas carbonico libero molto inferiore. (pag. 169)Quest’acqua viene somministrata al mattino e a mezzogiorno in dosi di mezzo litro ciascuna. È utile in tutti i casi di debolezza uterina, nell’amenorrea e nella clorosi, e anche nella menorragia derivante da atonia dei vasi uterini. Viene prescritta anche nella dispepsia derivante da debolezza con ottimi risultati.
ACQUA SOLFUREA DEL MURAGLIONE.
L’Acqua Solfurea del Muraglione sgorga a una certa distanza dalle terme, a circa cento metri dal centro abitato e a cinquanta metri dal mare.
C’è un piccolo edificio sopra queste sorgenti, al cui interno si trovano due scavi, uno per angolo, sotto la roccia. L’acqua scorre da queste sorgenti in un recipiente di pietra lungo quanto l’edificio, largo circa quattordici pollici e profondo sedici. Dal fondo del recipiente fuoriescono delle bolle che emanano un odore di idrogeno solforato.
Un’acqua simile a questa, come ho già detto, sgorga in vari punti della costa, vicino al margine del mare, con il quale si mescola immediatamente; non c’è quindi il rischio che le sorgenti sulfuree vadano perse per i visitatori di Castellammare. Ci sono molte malattie per le quali un’acqua medicinale di questo tipo è molto utile, ed è un’acqua che non è facilmente reperibile. Le acque di Harrogate sono considerate particolarmente benefiche in molte affezioni cutanee; e l’Acqua Muraglione è simile all’acqua di Harrogate, solo che è più attiva, contenendo un terzo in più di ingredienti salini. (pag. 171)Le proprietà di quest’acqua minerale sono molto importanti. Nelle ostruzioni dei visceri, del fegato, della milza, del pancreas o delle ghiandole mesenteriche, nella stitichezza ostinata, nelle affezioni emorroidarie, in tutte le malattie pletoriche, nella diatesi apoplettica, nelle tendenze epilettiche, nell’obesità, in tutti questi casi quest’acqua è spesso estremamente preziosa; e anche nelle malattie cutanee, nelle eruzioni cutanee represse, nella psora cronica, usata sia esternamente che internamente, è molto benefica. La sua azione sull’intestino, liberando il canale intestinale, è rapida ed efficace. Se assunta a dosi moderate per un certo periodo, libera il sistema portale e produce una sensazione di leggerezza e benessere. Poiché, tuttavia, la sua azione è spesso considerevole, producendo evacuazioni molto abbondanti, deve essere usata con cautela e non in grandi quantità, se non sotto la supervisione di un medico. È benefica nei casi di gotta di carattere tonico, ma non è indicata nella gotta atonica, quando il paziente è molto debilitato. Il potere di quest’acqua in alcuni casi di accumulo idropico è davvero notevole; la fuoriuscita di grandi quantità di liquidi e il notevole effetto diuretico soddisfano due indicazioni molto evidenti in questi disturbi e producono i risultati più felici, soprattutto se combinati con un’atmosfera pura e tonica. È particolarmente apprezzata per alleviare l’obesità, a cui gli italiani sono molto inclini a causa delle loro abitudini indolenti e sedentarie, senza dubbio indotte dal clima, e che è particolarmente osservabile nelle donne. Ci sono poche acque minerali così ricche di (pag. 173)
costituenti salini come le due Acque del Muraglione, e quasi nessuna in cui gli effetti medicinali siano più decisamente utili, se somministrata correttamente.
ACQUA NUOVA DEL MURAGLIONE.
Questa sorgente nasce pochi passi oltre la prima, sotto la strada che conduce al convento di Pozzana, (Pozzano) e viene convogliata in un pozzo quadrato, mal tenuto, sebbene le sue preziose proprietà dovrebbero garantirne un’accurata conservazione. Quest’acqua è semplicemente salina, senza quantità notevoli di idrogeno solforato; è molto analoga all’acqua di Cheltenham e alle sorgenti di Massimiliano e Rakoczi di Kissingen; viene somministrata nella stessa categoria di casi e con commisurato beneficio.
L’anziano indiano che ha sofferto degli effetti del clima e della vita libera troverà quest’acqua molto superiore a quella di Cheltenham, combinata con un clima ancora più congeniale alla sua salute. (pag. 174)L’analogia di quest’acqua con quelle di Cheltenham e di Kissingen è notevole. La Rakoczi di Kissingen contiene più sale comune, ma meno bicarbonato di sodio. L’acqua di Cheltenham è molto simile, ma contiene meno ingredienti salini. L’Acqua Nuova del Muraglione è piuttosto più attiva dell’Acqua Solfurea del Muraglione, poiché contiene una quantità leggermente maggiore di materia salina. Viene indicata negli stessi casi di quest’ultima.
Abbiamo ora fornito una rapida panoramica delle acque minerali di Castellammare e abbiamo dimostrato che sono analoghe e pari alle più celebri acque di Spa, Pyrmont, Seltzer, Tunbridge, Leamington, Kissingen, Cheltenham, Harrogate, Schwalbach, Ems e Tceplitz; che in molti casi sono superiori, essendo più ricche di ingredienti salini, e che sono presenti in abbondanza e in un clima incantevole. È stato anche dimostrato che a Ischia e a Pozzuoli abbondano sorgenti termali in grande abbondanza e di altissima qualità, in stretta analogia, sia per temperatura che per composizione, con le rinomate terme tedesche di Carlsbad, Wiesbaden, Baden-Baden, Wildbad e Gastein; e che ce ne sono altre di composizione chimica molto rara e importante. Rimane un’altra sorgente molto interessante sulla riva della baia che verrà ora descritta. (pag.176)ACQUA VESUVIANA, ACQUA NUNZIANTE O ACQUA TERMO-MINERALE DELLA TORRE DELL’ANNUNZIATA.
Quest’acqua è nota da secoli ed è sempre stata tenuta in altissima e meritata stima. Sgorga da una massa di lava, quasi a livello del mare, vicino alla riva di Torre dell’Annunziata. È abbondante e scorre con notevole violenza. Ha un odore simile alla nafta, o catrame di carbone, ed emette gas di acido carbonico in grande quantità, tanto che è impossibile tenere la testa sopra la sorgente per un certo periodo di tempo. È stato persino proposto di raccogliere il gas a scopo industriale, e non c’è dubbio che l’acqua di soda potrebbe essere prodotta in qualsiasi quantità dall’acido carbonico fornito da questa fonte. L’acqua ha una temperatura di 90° Fahrenheit ed è in condizioni adatte per essere utilizzata come un bagno di lusso. C’è un deposito ferruginoso sulle pietre su cui scorre. (pag. 177)
Quest’acqua è consigliata nelle ostruzioni viscerali, nella dispepsia, nella debolezza generale, nelle affezioni gottose, nelle malattie erpetiche, nei dolori sifilitici, in molti disturbi dello stomaco e dell’intestino, dell’utero e dei reni, nella scrofola e nel rachitismo, negli effusioni idropiniche, come l’anasurea e l’ascite, negli ingrossamenti ghiandolari, nei mal di testa e nelle malattie dell’apparato urinario.
La quantità di ingredienti salini, l’elevata percentuale di gas che contiene e la gradevole temperatura alla quale sgorga dalla sorgente, la rendono una delle acque minerali più preziose che conosciamo. La posizione di questa sorgente, ai piedi del Vesuvio, dimostra che la sua origine è specificamente vulcanica. Ciò che colpisce di più è la posizione in cui si trova: vasti blocchi di lava circondano il luogo e, per diverse miglia lungo la costa, alte pareti dello stesso materiale, bruscamente interrotte nel loro corso e improvvisamente raffreddate dal contatto con il mare, segnano la potente azione da cui è stata provocata; e persino il fondo della baia, per un lungo tratto, è lastricato di lava che è fluita in mare allo stato fuso, tanto che un’ancora non può reggere. Ripetutamente le città ai piedi del monte sono state distrutte, eppure, non appena la roccia liquida si è sufficientemente raffreddata, ha formato le fondamenta per una nuova dimora per il povero abitante, la cui precedente dimora è racchiusa nella pietra sottostante. Il pavimento della nuova chiesa di Torre del Greco è posto sul tetto dell’edificio precedente, e la torre, priva delle sue proporzioni adeguate, costituisce ancora il campanile del successore. Quanto deve essere vasta la caverna sotto la superficie da cui è stata espulsa così tanta pietra liquida! Le sole ceneri disperse dai venti formerebbero probabilmente una montagna di dimensioni prodigiose. Non c’è da stupirsi, quindi, che fiumi siano stati cancellati, stretti colmati e (pag. 179)
il carattere del continente vicino, interamente ciò che un tempo era un’isola, è stato unito al continente, e parti del continente si sono separate dalla terraferma e trasformate in isole. Quanto potente è stato e continua ad essere in costante attività qui; e quanto infinito è il potere di quell’Essere che esercita e controlla tutte queste meravigliose energie secondo i “consigli della sua Volontà” e le opere del suo potente potere. (pag. 180)
CAPITOLO XI
OSSERVAZIONI GENERALI.
L’esame delle analisi nelle tabelle precedenti offre ampi spunti di riflessione. Si scoprirà che le qualità medicinali di un’acqua minerale non dipendono esclusivamente dalla quantità di ingredienti salini in essa contenuti, ma da una modalità di combinazione o diffusione, riguardo alla quale siamo ancora relativamente ignoranti. L’Acqua Acidola di Castellammare è da secoli celebre per la cura dei disturbi calcolotici, eppure i costituenti salini sono presenti in proporzioni inferiori rispetto a quasi tutte le altre acque elencate; quest’acqua, tuttavia, presenta un fenomeno relativo alla sua composizione che non si riscontra in nessun’altra a noi nota: ovvero, l’acido carbonico si trova in uno stato fluido e fisso piuttosto che in forma gassosa, poiché l’acqua è liscia anziché frizzante e ha un sapore subacido, e tuttavia la quantità di gas espulsa con l’applicazione di calore è molto elevata. Gran parte della reputazione delle acque minerali è dovuta senza dubbio a cause accidentali, alla bellezza del luogo, all’influenza della moda o alla varietà di divertimenti di cui il luogo abbonda. Le acque di Castellammare e Ischia, tuttavia, non sono debitrici di nessuna di queste cause accidentali
(pag. 181)per la loro reputazione; e se le operazioni nascoste della natura hanno contribuito molto a fornire una così ricca gamma di acque minerali, è molto deplorevole che l’intraprendenza degli abitanti e l’assistenza del governo non vengano esercitati in misura molto maggiore di quanto non siano stati finora, al fine di rendere questi luoghi attraenti e frequentati come meritano. Gli effetti delle acque minerali non possono che suggerirci l’idea che nelle nostre prescrizioni in generale abbiamo fatto pochi progressi nella scienza dell’esposizione dei medicinali; e c’è da chiedersi se non siamo ancora oggi imperfettamente informati sul modo migliore per produrre un’impressione specifica sulla costituzione. Nella prescrizione estemporanea del medico, il paziente desidera un effetto immediato ed evidente, ed è insoddisfatto e scontento se questo non è evidente; per questo motivo è spesso costretto a prescrivere tenendo conto dei desideri del paziente piuttosto che in base alla propria opinione e al proprio giudizio. I farmaci vengono somministrati in dosi massicce, in forme nauseabonde e in modo da mettere l’organismo in guardia contro l’introduzione di un veleno; mentre il metodo di preparazione dei medicinali nel grande laboratorio della Terra consiste nel mescolarli in dosi minime, diffondendoli attraverso grandi quantità di fluido, il cui sapore è mascherato o reso gradevole dall’acido carbonico o da altri gas, di cui sono ampiamente impregnati. Vengono così presentati agli orifizi dei vasi assorbenti (pag. 182)
nella forma più congeniale alle loro funzioni e facilmente apprezzabili dalla circolazione nascosta, in virtù della loro combinazione naturale, così fusa da produrre un’impressione di gran lunga superiore a quella ottenuta con mezzi più artificiali. Si mescolano con il sangue e gli umori del corpo, esercitando così un’influenza su ogni parte dell’organismo. Chiunque abbia assunto le acque di Cheltenham o di Castellammare sa che se ne assume una grande quantità, l’effetto purgativo primario è violento, e qui il vantaggio cessa. Ma se si inizia con dosi moderate, non così elevate da provocare un’azione intensa all’inizio, e si continua l’assunzione per un certo tempo, il risultato finale prodotto è infinitamente maggiore, l’intero sistema escretore viene scaricato, i capillari sembrano espellere i loro fluidi e la quantità evacuata è enorme. L’intero sistema ghiandolare connesso all’apparato digerente viene influenzato, il fegato viene alleviato dalla rigurgitazione e l’intero canale intestinale si libera dagli accumuli che si sono ammassati a lungo. E finora il principio su cui si fonda la pratica eccentrica dell’omeopatia è causa di indiscutibili benefici; ha confermato l’impressione già presente nella mente dei medici, che si possano ottenere effetti molto potenti con la ripetizione di quantità minime e apparentemente inerti di farmaco. È noto da tempo che risultati preziosi sono stati ottenuti nella cura di specifiche malattie con la somministrazione di dosi molto piccole, come (pag. 183)
un dodicesimo di grano di sublimato corrosivo, una o due volte al giorno, aveva un effetto peculiare nel curare forme di sifilide che avevano resistito all’applicazione di once di unguento mercuriale o di dramme di pillola blu assunte per via orale. Quel mezzo grano di pillola blu assunto di notte aveva spesso prodotto un effetto che cinque grani di calomelano non erano riusciti a produrre.
Non c’è nulla di irrazionale nella proposta di ridurre la quantità di farmaco assunta nello stomaco entro limiti tali da mantenere la sua influenza curativa o specifica, senza sottoporre l’organismo all’inutile irritazione spesso conseguente all’assunzione di dosi maggiori. Con tale trattamento l’organismo non si allarma e l’agente impiegato viene assorbito nel sangue senza produrre debolezza o reazioni di alcun tipo. Nessuno metterà in dubbio l’effetto medicinale dell’acqua di Harrogate e dell’Acqua Solfurea di Santa Lucia a Napoli, di cui migliaia di persone bevono ogni anno. Ora, è probabile che l’effetto curativo sia dovuto allo zolfo, il cui idrogeno costituisce un solvente così eccellente, e attraverso il quale viene introdotto nell’organismo. Se somministriamo lo zolfo sublimato o praecipitato in qualsiasi forma o quantità, non riusciamo a produrre un effetto su varie malattie cutanee con la metà della forza di quello effettuato dall’acqua minerale, eppure quanto piccola sia la quantità di medicinale che contiene in realtà. Le acque ferruginose di Tunbridge e l’Acqua Ferrata del Pozzillo (quest’ultima una delle migliori ferruginose (pag. 184)acque minerali in Europa) hanno un effetto su alcune costituzioni che tentiamo invano di riprodurre con miscele verdi, pillole d’acciaio o qualsiasi altro composto. E come per la quantità, anche per quanto riguarda la forma di somministrazione si applica la stessa osservazione. Un farmaco attivo applicato ai nervi dello stomaco in forma solida non è destinato ad essere assorbito nell’organismo così facilmente, né a diffondersi in modo così completo nella costituzione, come quando assunto in una grande quantità di liquido, con le sue qualità nascoste da mestruazioni gradevoli, e presentato in una forma che stimola l’appetito, piuttosto che suscitare disgusto. E in questo modo scopriamo che le sostanze medicinali contenute nelle acque minerali, anche in dosi molto piccole, hanno un beneficio deciso ed evidente; e quelle sorgenti che contengono solo tracce o vestigia di iodio, bromo e altre sostanze attive, possiedono un agente curativo estremamente efficace, per quanto minima possa essere la quantità e la proporzione dell’agente specifico che viene assorbito dalla circolazione. (pag. 185)
articolo terminato il 23 aprile 2025
Note:
1. La Linnean Society, fondata nel 1788, è la più antica società scientifica dedicata alla storia naturale.














