Salvatore Fergola


Storia e Ricerche

Salvatore Fergola

di Giuseppe Zingone

Salvatore Fergola, autoritratto

Salvatore Fergola, autoritratto

Salvatore Fergola, nasce a Napoli il 24 aprile 1796 e qui muore il 7 marzo 1874, è considerato il pittore della veduta borbonica.

Fergola è tra i maggiori esponenti della pittura di paesaggio nell’Italia meridionale dell’Ottocento. Figlio di Luigi Fergola, incisore e pittore paesaggista, ispirato da Jakob Philipp Hackert, Salvatore proseguì la tradizione familiare, specializzandosi nella rappresentazione di vedute e paesaggi.

La sua formazione artistica avvenne presso l’Ufficio Topografico di Napoli, dove affinò le sue competenze tecniche. Successivamente, entrò a far parte della Scuola di Posillipo, sotto la guida di Anton Sminck van Pitloo, contribuendo allo sviluppo di un nuovo linguaggio pittorico che univa realismo e lirismo nella rappresentazione del paesaggio napoletano.

Fu favorito dalla corte borbonica, ricevendo numerose commissioni ufficiali. Tra le sue opere più note si annoverano la documentazione dell’inaugurazione della ferrovia Napoli-Portici nel 1839 e la rappresentazione del varo della corvetta Vesuvio nel 1825.

Fergola e Castellammare

Castellammare di Stabia occupa un posto significativo nella produzione artistica di Fergola. La città, con il suo cantiere navale e la suggestiva vista sul Vesuvio, offriva al pittore scenari ideali per le sue vedute.

Tra le opere dedicate a Castellammare, si distingue la Veduta di Castellammare di Stabia, un olio su tela di 58×80 cm, firmato dall’artista, messo all’asta nel 2018 con una stima tra i 4.000 e i 6.000 euro. In questa composizione, Fergola cattura la vitalità del porto e l’imponenza della natura, testimoniando la sua maestria nel combinare elementi naturali e attività umane.

Altre opere significative sono quelle del cantiere navale di Castellammare, dei vari, la stazione della Ferrovia. In questi dipinti, si evidenzia l’attenzione di Fergola per i dettagli architettonici e paesaggistici, nonché la sua abilità nel rendere l’atmosfera del luogo.

Infine, vorrei sottolineare che durante l’epoca borbonica, in particolare nel Regno di Napoli e in quello di Sicilia (e successivamente nel Regno delle Due Sicilie), la pittura non era solo un’espressione artistica, ma anche un potente strumento di propaganda nelle mani della monarchia. I dipinti venivano commissionati e utilizzati strategicamente per rafforzare l’immagine dei sovrani, legittimare il loro potere, celebrare eventi significativi e veicolare messaggi politici specifici.

Qui una galleria di suoi dipinti:

Leggi anche: La Regina Isabella, La strada di ferro per Castellammare, La Strada Ferrata.

Articolo terminato il 29 maggio 2025


 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *