Il Pescivendolo
articolo di Maurizio Cuomo
Tra i vicoli della nostra Castellammare, un tempo risuonavano le voci dei pescivendoli, uomini di mare e custodi di antichi saperi. Essi, con il loro mestiere millenario, portavano il profumo salmastro del mare direttamente nelle case dei cittadini.
Camminando per il centro antico, annunciavano con voce chiara ed inconfondibile la freschezza del pescato del giorno attinto direttamente dalla tirata di rezza, l’antica pratica con cui le reti venivano trascinate a riva sull’arenile stabiese, cariche di pesci guizzanti.
Lì, ai primi bagliori del mattino, si assisteva a uno spettacolo senza tempo: le voci di uomini affaccendati con le reti, si mescolava al rumore delle onde, mentre il pescato veniva scelto sul momento e stipato in ceste per raggiungere le tavole stabiesi.
Il Pescivendolo: un’arte tramandata di generazione in generazione
La tradizione del pescivendolo non era solo un lavoro, ma un’arte tramandata di padre in figlio, dove la conoscenza dei pesci e dei frutti di mare si mescolava con il calore dell’accoglienza locale. Con passione e maestria, essi selezionavano con cura ogni pesce, raccontando storie di mare e di pesca che risalivano alle origini della città.
Conclusioni
In definitiva, il pescivendolo non è solo un mestiere antico, ma un simbolo di resilienza e passione per la cultura marinara. Rievocare la figura del pescivendolo significa celebrare non solo un mestiere, ma un pezzo di identità di Castellammare di Stabia, dove, da sempre il mare e la terra si incontrano in un abbraccio di tradizione e la brezza accompagna ogni giornata stabiese.
Antichi mestieri stabiesi
Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.
Maurizio Cuomo
Certo, conoscere il Micro-passato, come dice l’Autore, è bello, è importante, ma, penso, potrebbe portare anche a forti ed amare delusioni se si pensa che la nostra bella ma sfortunata Città ha perduto e continua a perdere pezzi per strada, per colpa dei suoi figli……
Cosa rimane del tanto decantato e, fin troppo, celebrato passato se, al giorno d’oggi, chi conosce il Padiglione Moresco, la banchina “‘e zi’ Catello, i “giardini delle cozze”……
Il Tribunale è andato a Torre, la Marina a Pompei, quanto prima sparirà l’Acqua della Madonna con i gloriosi Cantieri (alla faccia di Acton e Ferdinando IV!) perché il porto (o quello che rimane!….) si sta insabbiando, spariranno le Terme (non antiche o moderne perché le “TERME”, per definizione sono dove sono le fonti , E NON ALTROVE!!!!), come è sparita l’Acqua Ferrata, come, per altri motivi, sta sparendo l’Acqua della Madonna e giù di lì! …….
Poi vedrai che bel Antiquarium o Museo che faranno!………………