Stabia e ‘o cocco ammunnato e buono…

l’editoriale di Maurizio Cuomo

Non mi era mai capitato di scrivere nel giro di 24 ore due editoriali, in genere, nei limiti del possibile, per non annoiare, noi di liberoricercatore.it cerchiamo di variegare le argomentazioni proposte giornalmente nel nostro portale, e mi scuso con i lettori se per una volta monopolizzo le argomentazioni trattate con altri pensieri estemporanei, ma ciò è reso necessario per esortare ancora una volta, i colleghi giornalisti locali, a riflettere e soprattutto a rendersi asettici, unici e originali nei loro articoli, e di abbandonare l’andazzo giornalistico del momento (percorso a mo’ di gregge al pascolo).

Fonti alle Terme di Stabia (foto Enzo Cesarano)

Le fonti alle Antiche Terme di Stabia (foto Enzo Cesarano)

Sarà stata l’acqua fresca che finalmente ho potuto bere con emozione nuovamente dalle cannule delle Antiche Terme (che ripeto meritano tutto il nostro rispetto), o forse perché nel tempo, maturando esperienza, sto diventando più critico e lungimirante, non so… ma in questi giorni si è fortificata in me un’ulteriore certezza: per rivalorizzare e riqualificare Castellammare, la nostra terra, serve innanzitutto amore e rispetto!!!

Per non essere ulteriormente prolisso, mi limito a ripubblicare una missiva che ho appena scritto agli amici di “Ricomincio da Tre”, con la quale nemmeno a dirlo, esorto nuovamente, i colleghi giornalisti locali, divulgatori di cronaca di terra nostra, ad essere eticamente corretti:

Caro “Ricomincio da Tre”, caro Nicola Pede, grazie per la stima e per la condivisione, parlo a nome di liberoricercatore.it, quando mi hai chiesto collaborazione, per una eventuale mostra storico/culturale informativa a corredo dell’ “Aperiterme 3.0”, pur sapendo dove si andasse a parare (sono anni ormai che con passione e sacrificio, cerchiamo di sensibilizzare il cittadino e per Castellammare abbiamo fatto questo ed altro), non ho esitato neppure un attimo. Come volevasi dimostrare (ricordi lo avevo previsto e preannunciato) il “the day after” giornalistico ha evidenziato solo gli aspetti che secondo il pensare dei cronisti locali, ahimè, tirano la notizia, infischiandosene dell’etica e dell’imprescindibile asetticità da mantenersi sempre e comunque, indispensabile e sacrosanta per riportare al lettore l’intera vera cronaca dell’accaduto. Nessuno che abbia citato il sacrificio economico sostenuto dai biscottifici stabiesi Maresca, Cascone e Riccardi, presenti per sostenere l’evento, nessuno che si sia degnato di dire che a corredo si è svolta una mostra storico/documentaria, eppure le centinaia di cittadini partecipanti, mi è sembrato che abbiano gradito! Mai possibile che nessun “giornalista” locale, abbia apprezzato quanto di buono ci sia stato?! Ne ho lette di cotte e di crude, tutti a screditare e ad evidenziare cose losche e a diffondere ancora una volta una cattiva immagine della nostra Castellammare, senza pensare alla inevitabile eco giornalistica, che a mo’ di gregge (per chi non lo sapesse, gli articoli giornalistici ormai si fanno con il copia/incolla e non sul campo), produce il suo riverbero anche nelle città vicine gaudenti, a cui, per la propria economia turistica, fa estremamente comodo etichettare (sempre e comunque), Castellammare come luogo di “perdizione” dal quale è bene tenersi alla larga; addirittura oggi, a distanza di 24 ore, su Positanonews, leggo di “Cocco ammunnato e bbuono”, ecco questo è il risultato di cui vi parlavo, poi non stiamo a lamentarci e a commiserarci se Castellammare di Stabia gode di una cattiva fama ed è tagliata fuori da tutti gli itinerari turistici: “Chi è cagion del suo mal, pianga se stesso!!!”. Al collega che ha scritto l’articolo, se dal basso, posso permettermi di definirlo in questo modo, ai colleghi locali che hanno fatto il solito mordi e fuggi sul posto (perché la notizia va data in fretta per l’esclusiva, senza pensare che ci possono essere stati eventuali risvolti positivi da riportare) e a tutti coloro che non lo avessero ancora fatto, chiedo la gentilezza di leggere anche il mio editoriale, che a onor del vero e del giusto descrive anche il post agitazione dei termali, ovvero ciò che è REALMENTE accaduto dalle 20,30 alle 22,30. Mi scuso per la lungaggine e vi ringrazio per l’attenzione! Buona domenica a tutti!!!


P.S.: per chi avesse ancora la pazienza di leggermi, questo è il link all’editoriale di cui sopra:

Checché se ne dica, ora la mescita è della cittadinanza!!!

2 pensieri su “Stabia e ‘o cocco ammunnato e buono…

  1. Delfina Ruocco

    Caro Maurizio, per quanto mi riguarda, ben vengano i tuoi editoriali! Li leggo sempre con interesse (per i temi trattati) e con piacere (per il modo di esporli).
    Non posso dire altrettanto dei tuoi colleghi locali che, come giustamente hai detto, danno risalto solo a notizie che “tirano”, spesso lavorandoci di fantasia, fregandosene dell’etica professionale e delle conseguenze che possono derivare dall’uso improprio che fanno del potere che hanno tra le mani, la cosiddetta libertà di stampa. Non ho letto l’articolo che hai menzionato e non lo leggerò; non voglio farmi del male.
    A proposito del modo di fare poco ortodosso di questi “giornalisti” vorrei raccontarti l’episodio che, mio malgrado, mi ha visto protagonista un po’ di tempo fa.
    …..
    Era un fine settimana di ottobre del 2006, pioveva a dirotto da giorni. Io ero tappata in casa con mia figlia, mentre mio marito era in giro con i volontari di protezione civile per prestare soccorso ove necessario.
    Quello stramaledetto fine settimana morì mio fratello, non so dirti esattamente quando. Ci eravamo sentiti al telefono il giovedì mattina e da quel momento non l’ho più sentito. Non mi rispondeva al telefono ed io ero preoccupatissima perché lui era malato da tempo.
    Il lunedì mattina, prima di andare in ufficio, mio marito passò da casa sua e, non avendo risposta, usò il duplicato delle chiavi che avevamo fatto fare per ogni evenienza e… lo trovò senza vita.
    Sul posto giunse la Polizia per accertare la causa del decesso e, naturalmente, accorsero i “giornalisti” come api sul miele.
    Ebbene, il giorno successivo, sul Mattino e su Metropolis, trovai due articoli che riportavano la notizia della morte di mio fratello, entrambi a dir poco indecenti! Parlavano di “abbandono”, di “dramma della solitudine”, della porta di casa abbattuta a spallate dai poliziotti, e via così, aggiungendo altro dolore al mio dolore.
    Mio fratello aveva soltanto 45 anni ed è morto dopo mille sofferenze, non solo fisiche. Gli ultimi due anni della sua vita sono stati un inferno per lui e per me che, sostenuta da mio marito, gli sono stata vicina in tutti i modi, correndo in ambulanza da un ospedale all’altro, rinunciando alle vacanze per non allontanarmi da lui, dividendo con lui ansia e lacrime, cercando di sostenerlo e incoraggiarlo. Ciò nonostante, quando la morte se lo è portato via, io non c’ero!
    Ma che ne sapevano i giornalisti di tutto questo? Si sono degnati di fare domande? No! Si sono inventati tutto di sana pianta, infischiandosene del male che avrebbero fatto alla famiglia di quel povero cristo, per che quel “povero cristo” una famiglia ce l’aveva, eccome!
    Scrissi, indignata, ai direttori di entrambi i giornali, parlando appunto di libertà di stampa e di etica professionale. Non mi aspettavo certo una risposta sulla carta stampata, ma almeno delle scuse in privato.
    Ovviamente non ci sono state.

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    1. Maurizio Cuomo Autore articolo

      Cara Delfina, ti ringrazio per la testimonianza… sono profondamente addolorato per l’accaduto. Hai fatto bene a virgolettare il termine giornalisti, perché questi signori senza etica non meritano un tale titolo, a nome della categoria (pur se non lo faccio per lavoro), ti rappresento tutte le scuse del caso, anche se immagino che per te non sia la stessa cosa. Spero vivamente, ma ho molti dubbi, che casi del genere non vengano a verificarsi mai più. Un abbraccio a te e ad Alberto e grazie sempre per l’attenzione che presti per i nostri contenuti!!!

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