Archivi categoria: Escursionisti Stabiesi

‘A Primmavera e ‘o Papagno

‘A Primmavera e ‘o Papagno

a cura di Corrado Di Martino e Nando Fontanella

Papaveri antichi e il Vesuvio – foto di Nando Fontanella

Oggi, 21 marzo, parliamo di Primavera; sì sappiamo tutti che la Primavera quest’anno, astronomicamente, è caduta il 20 di marzo poco dopo le 17,00 (e forse non tutti sanno perché), tuttavia nell’immaginario di ciascuno di noi, la Primavera cade il 21 marzo.
Dal 2007 e fino al 2102, la Primavera entrerà prepotente nelle nostre vite, ogni anno, in data 20 marzo, il motivo? La rivoluzione terrestre, che non durando esattamente 365 giorni, sposta l’equinozio tra il 19 e il 21 di marzo, fino dall’adozione del Calendario Gregoriano (da Gregorio XIII, che nel 1582 corresse il Calendario Giuliano). Ma non vogliamo parlarvi di calcoli astrusi o enigmatici, vorremmo parlarvi della Primavera, quella delle prime fioriture, quella dei fiori, quella della tradizione, quella del Papagno

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Da chiesa a stalla…

reportage fotografico di Enzo Cesarano

La memoria va fatta rivivere ritornando a visitare luoghi abbandonati, suggestivi e ricchi di storia. La perdita della memoria collettiva crea il vuoto dal quale non vedi più nemmeno il futuro. La Chiesetta di San Raffaele oggi!!! Cosa sarebbe stata senza la perdita della memoria collettiva???

27 gennaio 2018: Sopralluogo alla chiesetta di San Raffaele: Pasquale, Enzo, Maurizio, Domenico e Corrado

27 gennaio 2018: Sopralluogo alla chiesetta di San Raffaele: Pasquale, Enzo, Maurizio, Domenico e Corrado

Tra le attività di monitoraggio, promozione e salvaguardia territoriale, con il nostro gruppo “escursionisti stabiesi”, spesso percorriamo sentieri poco battuti per effettuare dei sopralluoghi esplorativi e non di rado ci capita di riscontrare che un po’ alla volta stiamo perdendo un vero e proprio patrimonio di bellezze dimenticate. In questo brevissimo reportage fotografico ripreso da Enzo Cesarano, vogliamo solo ribadire come siano deleteri l’abbandono e la mancanza di controlli… A seguire, la chiesetta di San Raffaele, già in rudere per abbandono da alcuni decenni (e con ogni probabilità a rischio crollo), da qualche mese è praticamente diventata una STALLA!

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La toponomastica dimenticata di Quisisana e del Faito

articolo di Maurizio Cuomo

Durante le attività svolte sul campo con gli “Escursionisti stabiesi” (gruppo di studio e di ricerca promosso da liberoricercatore.it),  a volte da una semplice chiacchierata con pastori e contadini locali, non di rado abbiamo raccolto informazioni utili che ci hanno permesso di recuperare l’antica toponomastica dimenticata.

La calcara allo Scurolillo (foto Maurizio Cuomo)

La calcara allo Scurolillo – toponomastica locale (foto Maurizio Cuomo)

‘O Ponte ‘e Gibberne, ‘a Vena de’ briganti, dint”e Mandrie, sono solo alcuni dei tanti toponimi caduti in disuso, con i quali venivano identificate per voce di popolo, specifiche località oggi purtroppo, divenute anonime. Un lavoro prezioso e mai banale, quello da noi svolto in questi anni, utilissimo a ritracciare memoria e vissuto di alcune località stabiesi, oggi, poco frequentate e a dir poco dimenticate.

Conscio che il presente tema possa interessare gran parte dei nostri lettori, ed estremamente convinto che il “vissuto” debba essere sempre e comunque preservato a futura memoria, a seguire vi propongo una carrellata di toponimi locali, rintracciati e suffragati (come si suol dire “nero su bianco”) da un antico Decreto Reale del Regno delle Due Sicilie, risalente al 18211. Continua a leggere

  1. Collezione delle Leggi e de’ Decreti Reali del Regno delle Due Sicilie, anno 1821. Semestre I (da gennaio a tutto giugno). Napoli dalla Real Tipografia del Ministero di Stato degli Affari Interni. Pag. 130.

La lamiera alla “terza passatora”

Escursionisti stabiesi

( Immagini itineranti )

La lamiera - Sullo sfondo Pozzano (foto Maurizio Cuomo)

La lamiera – Sullo sfondo Pozzano (foto Maurizio Cuomo)

Le immagini in galleria sono tutte coperte da diritto d’autore (© www.liberoricercatore.it), per un’eventuale utilizzo, di qualsiasi ambito sia, è richiesta la citazione della fonte (foto: Escursionisti stabiesi, tratte dal portale www.liberoricercatore.it), previo liberatoria da richiedere in ogni caso a liberoricercatore@email.it.


La lamiera alla “terza passatora”

( Scheda tecnica del percorso )

Itinerario:
Castello Medioevale – Strada Arcangelo Raffaele – Antica “Casèlla a ‘o monte” – Lamiera alla terza “passatora”.

Durata:
2 ore e 30 minuti (compreso soste di rilevamento).

Lunghezza:
3,5 km circa.

Difficoltà:
E (Escursionistica – media difficoltà).

Dislivello:
400 mt.

Coordinate lamiera:
Latitudine: 40° 40′ 55,80” – Longitudine: 14° 28′ 11,73”

Tipo di percorso:
Questa località è davvero singolare sia per la differente tipologia di vegetazione presente, che per le caratteristiche morfologiche del suolo. Il percorso, infatti, parzialmente ombreggiato ed in alcuni tratti fortemente soleggiato, attraversa boscaglie e zone rade, snodandosi su di un sentiero con piano di calpestio misto: pietroso, roccioso e a gradoni di roccia ripidi e scoscesi. Il tratto finale, quello in prossimità della lamiera è caratterizzato da un sentiero poco visibile che attraversa il fitto bosco.

Punti d’acqua:
Non presenti

Segnaletica:
Presente nella parte iniziale e mediana del percorso segnaletica bianco/rossa C.A.I. di vario tipo.

Tipo di vegetazione:
Macchia mediterranea e Bosco misto ceduo.

Punti d’interesse:
Straordinari gli aspetti naturalistici e paesaggistici che il percorso offre. L’escursionista che intraprende questo sentiero è costantemente accompagnato dalla bellezza mozzafiato del golfo di Napoli ed ha l’opportunità di osservare con calma ciò che la natura ci offre, come il volo leggiadro del Macaone, il balzo fulmineo di un Ragno saltatore, e il tranquillo “sonno” estivo della Chiocciola zigrinata.

Osservazioni:
La lamiera venne impiantata dagli operai del cantiere navale di Castellammare di Stabia, per uno scopo ben preciso, essa infatti, è uno dei tre riferimenti di terra ferma di cui si tiene conto durante le prove di bordo (le prove di velocità e di potenza dei motori delle navi appena varate). Altri due di questi riferimenti di terra ferma dovrebbero essere ancora presenti in due località della Penisola Sorrentina.

Galleria Fotografica

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Monte Faito

Escursionisti stabiesi

( Immagini itineranti )

Faito - il luogo detto dell'Acqua Santa (foto Maurizio Cuomo)

Faito – il luogo detto dell’Acqua Santa (foto Maurizio Cuomo)

Le immagini in galleria sono tutte coperte da diritto d’autore (© www.liberoricercatore.it), per un’eventuale utilizzo, di qualsiasi ambito sia, è richiesta la citazione della fonte (foto: Escursionisti stabiesi, tratte dal portale www.liberoricercatore.it), previo liberatoria da richiedere in ogni caso a liberoricercatore@email.it.


Monte Faito

( Scheda tecnica del percorso )

Itinerario:
And.: Piazzale della Funivia – il sentiero della “Cresta” – Chiesa di San Michele Arcangelo al Faito (mt. 1278 s.l.m.) – Strada rotabile del Faito (ingresso al sentiero) – Sorgente “Acqua Santa” – Monte Molare (mt. 1444 s.l.m.)
Rit.: Conocchia – Terrazza del Dottore – Pian del Pero – Piazzale della Funivia.

Durata:
5 ore (compreso soste di rilevamento).

Lunghezza:
8 km circa.

Difficoltà:
E (Escursionistica – media difficoltà).

Dislivello:
350 mt circa.

Tipo di percorso:
La prima parte del percorso è articolato nella fitta vegetazione del versante nord del Faito, gode per gran parte della lunghezza di un sentiero ombreggiato con piano di calpestio misto (in parte sterrato e roccioso). Il sentiero di ritorno (quello della “Conocchia”), affaccia invece sul versante Sud ed è più brullo e roccioso.

Punti d’acqua:
Sorgente detta “Acqua Santa”.

Segnaletica:
Il sentiero che conduce al monte “Molare” è abbondantemente segnato con segnaletica Bianco/Rossa. Stesso discorso per il ritorno sul percorso della Conocchia.

Tipo di vegetazione:
Faggeta con tipiche essenze del sottobosco: Agrifoglio, Scilla silvestre, Ciclamino.

Punti d’interesse:
Chiesa di San Michele Arcangelo al Faito – la sorgente detta dell’Acqua Santa: un vero santuario naturalistico che ospita numerose piante rare (in questa stazione sono presenti infatti: la rarissima “Pinguicola hirtiflora” anche detta “Erba unta amalfitana”, il Caprifoglio di Stabia, la rosa canina). Lungo il percorso è presente anche una discreta varietà di Sassifraghe, la Viola salernitana, lo Zafferano d’Imperato. Spettacolare il panorama a 360° sul golfo di Napoli, sul versante salernitano e sull’intera piana campana.

Osservazioni:
Da rilevare che il Molare con i suoi 1444 mt è la cima più alta dei Lattari.

Galleria Fotografica

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