Lettere dal Continente

Storia e Ricerche

Lettere dal Continente

di Giuseppe Zingone

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LETTERS FROM THE CONTINENT, TO A BELOVED PARENT è un interessante libro la cui traduzione è: Lettere dal continente, all’amato genitore. Pubblicato a Londra nel 1846, ha una forma epistolare, un diario corposo, oltre quattrocento pagine. Dedicato alla madre con firma M.F.1 la protagonista sembra raccontare le sue vicende al padre.

Il punto di vista è invece estremamente interessante, l’autrice afferma d’essere la: Moglie di un Ecclesiastico. (CLERGYMAN’S WIFE).2

A differenza di quello che accade nella Chiesa Cattolica, infatti in quella Anglicana è possibile che i preti prendano moglie, anzi ad essere più esaustivi anche le donne, oggi, possono diventare preti.3

Spesso la Chiesa Cattolica viene accusata di essere anacronistica, retrogada e conservatrice, tanto da non aprirsi alle novità che tutti si augurano per Lei. Ma spesso ci si dimentica che essa deve la sua fedeltà solo a Cristo, in virtù del quale neanche il Papa, ha potere di cambiare i principi fondamentali del credo cristiano, così come scrisse Giovanni Paolo II: “Pertanto, al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli, dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa”.4

Tornando a Lettere dal Continente, la moglie del pastore anglicano viene in Italia, con l’unico scopo apologetico, di dimostrare la rettitudine degli insegnamenti cristiani inglesi, affermando nella PREFAZIONE: “Mai come oggi è stato necessario per i veri seguaci di Cristo stare in guardia contro gli insidiosi pericoli ​​di un nemico così subdolo come la Chiesa di Roma, ha sempre dimostrato nei confronti delle semplici verità del Vangelo”.

A distanza di centottant’anni, le cose sono molto cambiate, i rapporti tra le diverse confessioni cristiane, sono accompagnati da un dialogo ecumenico impensabile (quanto sempre auspicato) nei tempi passati e indispensabile. Sono morte ideologie come il fascismo ed il comunismo, che rimangono solo nei ricordi (mai vissuti d’altronde) di alcuni nostalgici che ancora si dibattono, litigano, fomentano (in un tempo così breve per la vita umana) i media, auspicandone un impensabile ritorno.

Permangono le guerre e la fame dei più poveri, lì dove con tutta la nostra modernità non riusciamo o vogliamo superare il problema dell’egoismo individuale e nazionale. Ah.. Cara moglie di un ecclesiastico inglese, come suonano prevenuti, faziosi ed ingiusti i giudizi che leggo nel suo libro nei confronti della mia gente, anche alla luce dei giorni odierni e delle scelte narcisistiche del suo paese! Ma ne ero certo, come già accaduto per altri suoi connazionali, la mia terra, non poteva che stregarla…


LETTERA XXVIII

Castellammare, Marzo.

Siamo giunti in questo luogo la settimana scorsa, con l’intenzione di trascorrere una lunga giornata alle sue acque minerali, ma il caro W— si è trovato troppo affaticato per tornare, e siamo quindi rimasti qui per un breve periodo. Avendo informato il nostro solito vetturino della nostra prevista visita a Castellammare, egli si presentò in tempo per condurci. Questo luogo, essendo piuttosto distante dalla maggior parte delle nostre solite escursioni, lui attribuì una certa importanza alla spedizione, cosa testimoniato dall’aver apposto le più straordinarie decorazioni all’imbracatura dei suoi due cavalli. Uno aveva legato al suo orecchio una piuma, presa da un fagiano, mentre l’altro cavallo non aveva solo un ciuffo di piume, ma la coda di qualche animale attaccata alla sua testa. Parte dell’imbracatura era ornata di campanelli, mentre un piccolo distintivo di ottone al centro dei finimenti dei cavalli girava e roteava mentre procedevamo. L’intero insieme sembrò offrire la massima soddisfazione al nostro vetturino, che guardava i suoi animali con orgoglio di padrone e, senza dubbio, pensava in cuor suo che essi avessero superato i molti cavalli senza ornamenti che avevamo incontrato durante il nostro viaggio. Un ragazzo straccione (fratello del nostro vetturino; lo avevamo trovato in questo posto in diverse occasioni precedenti, e, nonostante le nostre rimostranze sul suo accompagnamento, ci era stato detto dal nostro cocchiere che era… (pag. 418)

molto comodo, molto conveniente, avere un ragazzo ad assistere i suoi cavalli.

Ogni carrozza a noleggio ha uno di questi piccoli monelli dietro; alcuni sono così piccoli che suscita sorpresa come riescano ad arrampicarsi sul loro sedile d’onore, e alcuni così malridotti che portano i segni dell’appartenenza all’onorabile fratellanza dei Lazzaroni.

La mattina era bella, ed era presto quando lasciammo i nostri appartamenti a Pausillipo, per la nostra visita a Castellammare. Lungo la Chiaja, tutta la popolazione sembrava essere all’aperto, godendosi la fresca brezza mattutina. I Lazzaroni erano intenti o a crogiolarsi al sole, o a riparare le loro reti, mentre le loro mogli erano occupate con il fuso, preparando lo spago. Gruppi familiari ci si presentavano in molti diversi punti di vista. Madri che si prendevano cura dei loro bambini, forse cullandoli per farli dormire in ceste di vimini, mentre filavano erano attivamente all’opera allo stesso tempo. Molte donne avevano formato dei gruppi per strada, portando le loro sedie in cerchio, e così lavorando e abbandonandosi ai loro pettegolezzi allo stesso tempo. Nella bottega del barbiere c’era trambusto e attività, mentre, all’aria aperta, gli uffici della toilette venivano eseguiti con pari vigore; molte lussuose trecce nere venivano messe in ordine per gentile concessione di qualche genio presidente della toilette. Pochi uomini, donne o bambini indossano scarpe o calze, ma per altri aspetti il loro abbigliamento sembra essere molto migliorato negli ultimi dieci anni. La mattina non essendo molto avanzata, i contadini dalla campagna stavano guidando verso la città, con i loro asini carichi di ceste, (pag. 419)

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M.F., immagine creata con AI

carichi di cavolfiori, insalate e altre verdure. I pastori con le loro greggi aspettavano per le strade i loro clienti, o facevano i loro soliti giri, accompagnati dal loro paziente e docile cane. Lunghe file di muli, con botti di vino appese ai loro dorsi, piccole bande di soldati che andavano di guardia in uno dei numerosi posti della città, ragazzi con i loro vassoi di zolfanelli, noci o altri articoli, con la vendita dei quali questi piccoli articoli trovano possibile guadagnare qualcosa; tutto ciò era tra le immagini che ci accolsero passando per le strade di Napoli.

Seguimmo per alcune miglia la strada che conduce a Pompei. A Torre del Greco incontrammo una lunga processione di sacerdoti con ceri, che si erano appena separati da un corteo funebre, e poco più avanti sulla nostra strada incrociammo il cadavere. C’era qualcosa di indescrivibilmente malinconico alla vista di una persona così portata alla sua ultima dimora, sotto la cura di persone assunte. I sacerdoti, dopo aver completato la loro solita routine di preghiere, si erano allontanati, ad eccezione di uno, che camminava davanti. Un certo numero di ragazzi straccioni correvano accanto, aiutando a sorreggere il baldacchino sotto il quale, con la testa poggiata su un cuscino cremisi, giaceva il cadavere. Era quello di una giovane donna, e come è consuetudine in tali casi, dei fiori erano profusamente sparsi tutt’intorno, mentre un immenso bouquet era posto ai suoi piedi. Un leggero velo di garza era poggiato sul viso, che appariva quasi spettrale nei colori brillanti tutt’intorno. Una donna camminava dietro accompagnando, alla sua testa, la bara destinata al corpo. (pag. 420)

Nei riti funebri c’è, tuttavia, un grande miglioramento in questo paese. Uno scrittore che visitò l’Italia alcuni anni fa, si sofferma dolorosamente sulla mancanza di decoro che si manifestava nel Campo Santo di Napoli, ma quei giorni sono passati; e se per altri aspetti i Napoletani non sono progrediti in modo corrispondente, il loro attuale modo di sepoltura è almeno superiore a quello che era precedentemente, pur manifestando alcune caratteristiche che ripugnano alle nostre idee.

Sebbene sia ancora presto in primavera, i mandorli e gli altri alberi da frutto mostravano già i loro boccioli, e molti fiori lungo la strada sembravano già dare la promessa degli imminenti tesori dell’anno. La sorprendente fertilità di questo paese si manifesta nella rapida successione di colture, che in Inghilterra richiederebbero molto tempo per non impoverire la terra. Tra le viti, diverse granaglie e verdure vengono piantate, e non appena una ha reso il suo prodotto, la terra viene dissodata e se ne pianta un’altra.*

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*Le fattorie di Napoli o della Campania Felix (nome che la fertilità del suolo le ha dato) sono generalmente molto piccole. È sorprendente in questa regione che gli abitanti provvedano alla loro sussistenza con tanta facilità. I braccianti guadagnano circa otto pence al giorno; ma siccome sono impiegati dai contadini solo per pochi mesi all’anno, sono obbligati a dipendere da altre risorse per il resto. Le donne si vedono a volte con due o tre catene d’oro che pendono dal collo e le dita coperte di anelli. Sono completamente ignoranti, ed è difficile trovare un contadino che sappia leggere o scrivere. I prodotti delle diverse regioni della provincia di Napoli variano a seconda dell’aspetto e delle capacità del suolo; così le pendici delle montagne sono coperte di castagni che in Italia costituiscono un importante articolo alimentare. Le creste offrono una lussureggianti pascoli, mentre nelle zone più basse cresce l’olivo. Le viti occupano un importante… (pag. 421)

Grossgasteiger Jean

Grossgasteiger Jean, Oltre il Sarno

Da Napoli a Torre del Greco, l’autostrada è quasi una strada unica, così vicine si trovano le ville, i villaggi e le cittadine l’una all’altra. È stato osservato che, come la strada corre lungo la costa e ai piedi del Vesuvio, ogni sosta offre una vista della Baia, e sull’altro lato della montagna. Torre del Greco si presenta ancora nelle sue case distrutte, chiese semisotterrate e strade quasi soffocate dalla lava, una malinconica istantanea degli effetti dell’eruzione del 1794. La profondità della corrente distruttiva è in alcuni punti di venticinque piedi, tanto che l’ingresso in diverse case è al secondo piano, e in una Chiesa attraverso la grande finestra sopra la porta occidentale. Alcuni edifici furono completamente distrutti, altri circondati e riempiti di lava, e forse danno un’idea molto accurata di Ercolano all’epoca della sua distruzione. Gli abitanti, dopo aver visto la loro città in parte rasa al suolo, o inghiottita dalla furiosa alluvione, e scossa o disarticolata, sarebbero stati scusabili se avessero trasferito il relitto della loro proprietà in qualche altro luogo meno dannoso. Ma i disastri che il loro paese ha subito sembrano piuttosto aumentare che diminuire il loro attaccamento, e…

ARRIVO A CASTELLAMARE

una nuova città sorge sulle rovine della precedente; “Tale è la ricchezza del suolo, e così lievi i danni arrecati dal Vulcano, se paragonati al prodotto delle terre fertilizzate dalle sue ceneri, così deliziosa è la sua posizione, e così numerosi i suoi abitanti che soffrono per le sue agitazioni, che il male che deriva dalle sue terribili apparizioni, sembra una calamità ordinaria, non eccedente in malvagità gli incidenti di incendi e inondazioni, così comuni nei paesi del Nord. L’allarme è anzi molto comune all’approssimarsi di un’eruzione, perché di solito è preceduta da terremoti, ma una volta che la materia fermentante trova sfogo, il pericolo generale è considerato superato, e il progresso dei fenomeni diventa oggetto di curiosità per tutti, eccetto per i coltivatori delle terre che la lava effettivamente travolge, o sembra probabile che devasti nel suo corso”. Dopo aver superato i villaggi adiacenti a Torre del Greco, cominciammo ad avvicinarci alle montagne che delimitano questa estremità della baia. Castellammare è situata in parte ai piedi di queste montagne, e per bellezza di posizione è difficilmente superata da qualsiasi altra parte della Baia di Napoli. Sorge sul, o vicino al, sito dell’antica Stabiae, e Papiri sono stati in passato scoperti in alcune ville nei suoi dintorni. Le sue preziose sorgenti medicinali e le piacevoli residenze estive fanno sì che sia molto visitata dai Napoletani nei mesi estivi. Al nostro arrivo in città, fummo condotti ai bagni, ma li trovammo non… (pag. 423)

completamente aperti fino a maggio. Visitammo poi le sorgenti minerali. Queste variano per forza e proprietà medicinali, e il caro W— spera di trarne qualche beneficio. Le terme e le altre sorgenti della Baia di Napoli sono così numerose e di carattere così vario che sopporteranno un confronto con quelle della Germania. Gli italiani che risiedono in Italia vengono spesso da altre parti per fare una cura di queste sorgenti. Gli edifici eretti sopra queste sorgenti sono modesti e insignificanti, per la loro situazione così pittoresca, che sembra un peccato che non sia stato mostrato più gusto nella loro costruzione. Le acque curative sgorgano dal piede di una montagna scoscesa, che si erge quasi perpendicolarmente dietro di esse, coltivata fino alla cima e ravvivata da graziosi Casini costruiti in mezzo agli alberi. Di fronte alle sorgenti ci sono piccoli ma piacevoli giardini ad uso dei visitatori della Spa. Non lontano dall’ingresso dei bagni, notammo una grande prigione per galeotti. Molti di questi infelici malfattori erano alle loro grate di ferro, dall’aspetto selvaggio, che guardavano i passanti. C’erano in quel momento 1000 di questi uomini nella prigione, e molti di loro si diceva avessero un carattere indurito, provenienti dalla Calabria e dagli Abruzzi.

Quando giunse il momento per noi di tornare a Napoli, il caro W— si trovò troppo affaticato per il viaggio, e fummo quindi obbligati a prendere accordi per la notte in un Hotel. Trovammo un eccellente albergo, l’Hotel de Gran Bretagna, vicino al porto. L’alloggio in questa (pag. 424)

IGNORANZA SUPERSTIZIOSA

casa, si è dimostrata superiore a qualsiasi altra abbiamo mai visto prima in Italia, e la ragione è stata spiegata quando abbiamo scoperto che il proprietario aveva trascorso alcuni anni in Inghilterra. Menzionai all’inizio di questa lettera, il piccolo ragazzo straccione che funge da assistente al nostro autista; il suo cappello era in condizioni molto malandate, e W-, vedendolo durante il nostro giro per questa cittadina, ne comprò uno dei grossolani cappelli di paglia del paese. Vorrei, mio caro Padre, che aveste potuto vedere le gioie di delizia con cui il ragazzo se lo mise. Ballò di gioia e corse via mostrando a suo fratello quanto fosse migliorato nel suo aspetto. Questo piccolo è stato una costante fonte di divertimento per noi. È pieno di smorfie e azioni, e quando parla, mescola così tanta gesticolazione con il suo patois (dialetto) italiano, e sembra così malizioso, che non possiamo fare a meno di sorridere. Abbiamo una buona opinione di suo fratello, il nostro autista, per quanto riguarda la sua sobrietà e la sua costanza, ma scopriamo che è come molti della sua classe in questo paese, troppo incline a mascherare la verità quando si adatta ai suoi interessi. Ci aveva detto che la Ferrovia da Napoli a Castellammare non era ancora completata, e poiché scoprimmo che i treni circolavano molte volte al giorno durante la nostra permanenza lì, lo rimproverammo per la sua falsità. Rispose che non riteneva che dovessimo andare per la Ferrovia, (cammino di ferro) poiché gli faceva gran timore (grande paura) per il Vapore, (carrozze a vapore) phiz, phiz, phiz, (come un serpente). La sua sorpresa fu grande, quando sentì quante ferrovie abbiamo in Inghilterra e quante miglia si estendono. È doloroso vedere l’ignoranza e la superstizione in (pag. 425)

cui la mente di quest’uomo è avvolta; sebbene proprietario di una piccola bene, non sa né leggere né scrivere, ma non è sufficientemente illuminato per essere consapevole della sua perdita. Spesso lo abbiamo incoraggiato a parlare con noi, affinché potessimo formarci qualche idea dello stato di mente prodotto da una così completa schiavitù mentale, e talvolta ci ha dato, senza saperlo, un quadro vivido dell’estensione in cui regna la superstizione in questo paese. Ci raccontò un giorno, durante la nostra solita passeggiata, che un grande miracolo era stato compiuto di notte, e che tutta la gente (il popolo) di Napoli ne parlava, e ringraziando la Madonna, per la cui intercessione il prodigio era stato compiuto.

La mattina dopo il nostro arrivo in questo luogo, W— sentendosi molto male, decidemmo di rimanere qui per alcuni giorni, e quindi tornai a Napoli con il nostro autista, per fare alcune commissioni necessarie. Dopo aver sbrigato le mie diverse faccende alla Biblioteca, alla Banca, ecc., mi recai alla stazione ferroviaria e non poco mi interessai durante il viaggio di ritorno a Castellammare, osservando i luoghi sopra i quali passava il treno. Ercolano era uno di questi, e c’era qualcosa di sorprendente nel pensiero dei grandi cambiamenti che si erano verificati da quando, in quelle epoche, la città sepolta pullulava di vita attiva.

La distanza (diciotto miglia) fu coperta in meno di un’ora; la velocità sarebbe stata notevole se non si tenesse conto delle numerose fermate che si verificano in questo breve tragitto, poiché molti villaggi sono situati lungo la linea. La gente di campagna ora (pag. 426)

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Torre Annunziata, Ettore Cerrone 1890

**SCENARIO NEI DINTORNI DI CASTELLAMARE**

si abitua a questo metodo di viaggio, e fanno uso della ferrovia per brevi distanze. La gestione di questa linea mi è sembrata per nulla inferiore a quella delle nostre ferrovie inglesi. L’interno delle carrozze è ben arredato, e una comoda sala d’attesa è prevista per i passeggeri a entrambe le estremità della linea.

Castellammare non ha nulla in sé per raccomandarla all’attenzione del viaggiatore, ma la sua posizione gradevole e le sorgenti minerali; le colline alle sue spalle, tuttavia, che dominano il panorama più bello, e a una brevissima passeggiata lungo il mare, ci troviamo circondati da paesaggi di grande bellezza.

Siamo saliti quasi fino alla cima di una delle montagne, dove abbiamo trovato una piccola Chiesa appartenente a un Monastero adiacente. Dal punto elevato in cui ci trovavamo, la vista era vastissima. Ai piedi della roccia serpeggia la strada per Sorrento, costruita in molti punti così vicino al mare da sembrare pericolosa. Dietro di noi c’era Castellammare, e oltre l’acqua il Vesuvio, mentre la costa al di là, intorno alla bellissima Baia di Napoli, esibiva una fila ininterrotta di ville, cittadine e villaggi. Potevamo scorgere in lontananza, Capo Miseno, il promontorio opposto della nobile Baia, dal quale il più piccolo promontorio di Castellammare è solo un’insenatura. L’isola di Capri, così celebrata per i suoi vini e le sue grotte, si estendeva a molte miglia dietro di noi. Vicino alla montagna, un certo numero di galeotti erano impegnati a sollevare enormi blocchi di pietra, per alcuni lavori che si stavano svolgendo nel porto. L’intera scena davanti a noi era molto bella (pag. 427) e sarà a lungo un ricordo che passerà per le nostre menti.

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Raffaele Carelli, veduta di castellammare da Pozzano, Museo Correale di Sorrento

Essendo questa la Settimana Santa, i preparativi per le sue celebrazioni sono stati fatti durante gli ultimi giorni. Tornando dalla nostra passeggiata, abbiamo visto diverse bambine vestite in modo molto appariscente (essendo state adornate con nastri e fiori artificiali), queste, ci è stato detto, avevano fatto la parte di piccoli angeli in una processione che aveva appena avuto luogo. La Cattedrale è allestita per l’occasione con arazzi ricamati, e a un’estremità c’è una rappresentazione panoramica in cera, della tomba del nostro Salvatore, illuminata da numerosi ceri.

Domenica – Abbiamo trascorso una mattinata tranquilla nei nostri appartamenti, e nel pomeriggio siamo andati a piedi alla chiesa principale. Qui un Vescovo stava celebrando la Messa Solenne. Dopo la funzione, questa dignità, accompagnata da una lunga schiera di sacerdoti e altri ecclesiastici, marciò in processione intorno alla Chiesa, tenendo ciascuno un cero in mano e cantando. La congregazione era più disattenta persino alla forma esteriore della solennità, di quanto ne abbiamo mai vista prima in Italia. Alcuni bambini furono portati dai loro genitori a correre su e giù per la Cattedrale durante la celebrazione della messa, e quando ammoniti, apparvero non minimamente intimiditi dal rimprovero impartito. I giovani di entrambi i sessi sono davvero terribilmente trascurati in questo regno, e appaiono come se fossero cresciuti senza cure, per quanto riguarda la loro educazione religiosa e morale.

La strada che conduce alla piccola chiesa che ho menzionato sopra, era affollata in questo giorno di gente. Delle bancarelle erano state collocate intorno all’edificio, con (pag. 428)

SOGGIORNO PROLUNGATO A CASTELLAMARE

gelati e torte, mentre all’ingresso della chiesa, sedeva un uomo con immagini della Madonna, che vendeva a coloro che le desideravano. Le contadine erano adornate con ornamenti, alcune avevano fino a due paia di orecchini, con diverse catene d’oro al collo e dieci o quindici anelli alle dita; gli orecchini indossati qui sono particolari per il paese e sono composti da numerose piccole perle, che sono disposte l’una intorno all’altra in modo da formare un fiore ovale.

Siamo stati così soddisfatti dell’organizzazione dell’Hotel in cui alloggiamo, che ciò ci ha indotto a prolungare la nostra visita a questo luogo di alcuni giorni più di quanto inizialmente previsto. Ieri sera mi è stato chiesto di fare visita alla giovane moglie del nostro padrone di casa, che, negli ultimi giorni, ha partorito a suo marito un bambino. Ho accettato l’invito e ho trovato una giovane persona molto interessante; ma con mia sorpresa, dopo una breve conversazione, mi ha detto di essere sposata con suo zio, che per questo scopo si era procurato una dispensa dal Papa. Ci è costata una somma considerevole per ottenerla, ma dopo un lungo ritardo è stata concessa.

Il caro W— è stato più del solito poco bene ultimamente, e non ha trovato il beneficio previsto dai frequenti cambiamenti che ci siamo sentiti obbligati a fare. Pensiamo di tornare la prossima settimana ai nostri appartamenti a Napoli. Quelli che occupiamo qui sono eccessivamente gradevoli, ma la gente di Castellammare è come i Napoletani, molto rumorosa, e sentiamo molto la mancanza delle nostre tranquille stanze a Pausillipo. (pag. 429).

Articolo terminato il 3 maggio 2025


Note:

1. Il titolo “Letters from the continent”, non è nuovo in raccolte di questo genere, sia prima che dopo la data di pubblicazione del volume che abbiamo preso in esame.

2. Da non confondere con il romanzo di Molly Greelay del 2019 (WmMorrow): CLERGYMANS WIFE: A Pride & Prejudice Novel.

3. I preti inglesi, appartenenti alla Chiesa Anglicana, possono sposarsi. In passato, la Chiesa Anglicana seguiva il modello della Chiesa Cattolica, dove i preti erano obbligati al celibato. Tuttavia, durante il regno di Enrico VIII, quando la Chiesa Anglicana si scisse da Roma, questa pratica venne abbandonata e i preti anglicani poterono sposarsi.

4. LETTERA APOSTOLICA DI GIOVANNI PAOLO II, Ordinatio Sacerdotalis, Vaticano, il 22 maggio, Solennità di Pentecoste, dell’anno 1994, sedicesimo di Pontificato.

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