Il Legno Sacro di piazza dell’orologio

Il Legno Sacro di Piazza dell’Orologio

articolo di Corrado Di Martino

Durante la turbolenta Rivoluzione francese, i sostenitori della Repubblica celebrarono la caduta della monarchia e il ritorno della libertà. Essi introdussero una consuetudine simbolica e solenne: piantare nelle piazze e nei villaggi i celebri “alberi della libertà”.

CROCEFISSO PIAZZA OROLOGIO

Albero della Libertà

Albero della Libertà

Albero della Libertà

Questa usanza aveva radici in antichi riti popolari e religiosi. Essa simboleggiava la rinascita ciclica della natura e il rinnovarsi della vita. Durante il fervore rivoluzionario, specialmente in epoca giacobina, gli alberi divennero potenti simboli politici. Essi rappresentavano una sorta di totem della nuova fede repubblicana. Di solito erano semplici pali sormontati da un berretto frigio rosso, adornati con bandiere e coccarde tricolori1. Attorno a questi alberi si svolgevano cerimonie civili: danze, matrimoni e giuramenti di fedeltà alla patria.
Erano considerati veri e propri altari di una proto religione laica.

La Mutevolezza umana

Con la fine della breve stagione repubblicana del 1799, la sorte di quegli alberi cambiò rapidamente. Il ritorno della Monarchia Borbonica segnò l’inversione dei sentimenti popolari.
Nelle città riconquistate, i sudditi sradicavano gli alberi della libertà. Essi distruggevano coccarde e bandiere repubblicane, sostituendole con le insegne reali. Il clero monarchico celebrava solenni Te Deum come ringraziamento. In molti luoghi si erigevano edicole votive e crocifissi per “purificare” gli spazi profanati dalle idee giacobine. Anche a Castellammare, importante città del Regno Borbonico, si celebrarono solenni manifestazioni religiose per il ritorno del re.

Si danzava intorno all'albero della Libertà

Si danzava intorno all’albero della Libertà

Documenti

Un prezioso documento conservato presso l’Archivio Storico della Confraternita del SS. Crocifisso e delle Anime Sante del Purgatorio testimonia questi eventi. Si tratta di una platea del 14 luglio 1799, intitolata “Conclusioni inerenti i fratelli della Real Confraternita…”. Nel verbale della festa di San Catello si menziona la processione cittadina della Croce. Il priore Giovanni Viesti annotò la partecipazione della confraternita alle due processioni. Una era dedicata al santo patrono, in ringraziamento per la protezione divina. L’altra si svolgeva nei luoghi dove sorgevano gli “Infami Alberi della perfida Repubblica”. La processione serviva a ringraziare Dio e a riaffermare la fedeltà al sovrano. Si inneggiava anche al Santo Protettore, per essere scampati al fuoco dei cannoni giacobini.

Crocifisso di piazza dell'Orologio

Crocifisso di piazza dell’Orologio

Cosa rivela il documento

Il documento mostra quanto intensamente quei momenti fossero vissuti dalla popolazione e dalle confraternite. Le cerimonie religiose si intrecciavano con i sentimenti politici del tempo.
Diventavano occasioni per riaffermare pubblicamente l’identità e l’appartenenza cittadina.
Il 21 luglio 1799 segnò la fine della Repubblica Napoletana. Pochi giorni dopo, a Castellammare, si compose un raro sonetto celebrativo. Il “Fedelissimo Popolo” vi esaltava l’innalzamento del Sacro Legno della Croce. Nel testo si rendeva omaggio al sovrano e al cardinale Fabrizio Ruffo.
Il poeta paragonava il re a Eraclio2, Quella vittoria restituì ai Bizantini il controllo su Egitto, Siria, Armenia e Mesopotamia.

Il Crocifisso

Il crocifisso, di fattura artigianale, fu restaurato nel dicembre 2009 dal dottor Francesco Saverio Santoro. Oggi è tornato nella sua sede originaria in Piazza Cristoforo Colombo.
L’opera è composta da tre elementi lignei: la croce, un pannello sagomato e una piccola tavoletta con la scritta INRI. La croce sembra ricavata dal legno di un’antica imbarcazione.

Conclusione

Il Crocifisso ligneo di Piazza C. Colombo, antica Piazza del Mercato, è un esempio di arte popolare dei primi anni dell’Ottocento. Non esistono prove certe della sua collocazione “antigiacobina”, anche se l’ipotesi è molto probabile. La piazza e il suo Crocifisso furono spesso rappresentati in dipinti e incisioni del XIX secolo. Queste opere si trovano oggi in vari musei europei e sul sito liberoricercatore.it. Il Crocifisso rappresenta un importante elemento della memoria storica e culturale cittadina.

Crocifisso di piazza dell'Orologio

Crocifisso di piazza dell’Orologio


NOTE:

1- Il berretto frigio, di forma conica con la punta ricurva, risaliva all’antica Frigia e divenne simbolo di libertà nell’antica Roma.

2- l’imperatore che riconquistò la Vera Croce ai Persiani nel VII secolo.

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