Il bar Cirillo

Il bar Cirillo

articolo di Enzo Cesarano

Il bar Cirillo (Archivio eredi Della Sala)

Il bar Cirillo (Archivio eredi Della Sala)

Al Corso Vittorio Emanuele, nel cuore pulsante di Castellammare di Stabia, tra l’odore avvolgente di biscotti e il profumo inconfondibile dei caffè appena serviti, un tempo c’era il Bar Cirillo. Un locale, immortale nella sua eleganza retrò, che ha rappresentato per decenni un punto d’incontro irrinunciabile per i cittadini.

Un luogo di ritrovo per generazioni di stabiesi, tra: pasticceria, liquori e chiacchiere di paese.

Progettato negli anni Settanta dall’architetto Luigi Della Sala, questo Bar non era solo un luogo di consumazione, ma un vero e proprio simbolo di comunità.

Desta ancora meraviglia ciò che avvenne durante la sua inaugurazione… un episodio che ancor oggi viene ricordato con un misto di stupore e ammirazione: il bar aprì le sue porte senza saracinesche.

“Architè’, ma comme…, ‘nu negozio senza saracinesche? Addò s’è visto maje?”

Una frase audace, che l’architetto raccolse come una sfida personale, quando con una mazza di ferro in mano, Della Sala colpì violentemente le vetrate antiscasso del locale, di fronte a una platea incredula.

Il risultato fu sorprendente: i vetri, contrariamente alle aspettative di molti, rimasero intatti. Fu così che il Bar Cirillo si impose non solo come un punto di ritrovo, ma anche come una testimonianza tangibile della resistenza e dell’audacia che caratterizzano la storia di Castellammare.

Cirillo non era solo un bar, ma luogo di aggregazione dove il tempo sembrava rallentare tra un pasticcino, un caffè e una stretta di mano.

Oggi, sebbene le sue porte siano chiuse, il Bar Cirillo continua a vivere nei ricordi di coloro che hanno avuto il privilegio di varcarne la soglia, lasciando un’impronta indelebile nella storia di Castellammare di Stabia.

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