Guido Casciaro
a cura di Giuseppe Zingone
Guido Casciaro (Napoli, 1900 – 1963) è stato un pittore italiano, noto per le sue vedute paesaggistiche, in particolare marine e scorci della costa partenopea. Figlio ed allievo del padre Giuseppe, anch’egli pittore, Guido era profondamente legato da amicizia al critico d’arte Piero Girace.
Si è affermato come paesaggista raffinato, prediligendo soggetti naturali, marine, campagne, scorci urbani.
La pittura di Guido Casciaro rappresenta una continuità raffinata della tradizione paesaggistica. Tuttavia, le aperture stilistiche mostrano attenzione al colore e alla luce in modo quasi simbolico.
Il suo lavoro si distingue per non aver seguito la strada dell’avanguardia, ma per aver mantenuto una visione lirica e personale del reale.
Dalla penna di Piero Girace, un ritratto autentico dell’amico, il quale ci trasporta a casa del pittore, che a sua volta mostra le sue tele e la sua casa studio, all’amico critico d’arte.
Guido Casciaro di Piero Girace
Ogni volta che rivedevo Guido Casciaro, a distanza di mesi, nella sua ospitale casa di via Luca Giordano al Vomero che era una specie di museo dove convenivano assiduamente tanti e tanti artisti egli aveva sempre una buona scorta di quadri di recente produzione da mostrarmi. Ed ogni volta io restavo sorpreso dalla attività di questo infaticabile lavoratore, che aveva ereditato dal padre, non solo il gusto della pittura, ma ancora una tenacia formidabile. I quadri invadevano tutte le pareti della sua vasta casa fino al soffitto, si affollavano nei corridoi bui, spesso trovando rifugio perfino nel sottoscala.
Mi aggiravo per le stanze. disorientato, perplesso; ed il mio sguardo vagava da una natura morta ad un paesaggio della Floridiana, dove la luce giuoca nel fogliame degli alberi, da un ritratto della figlia Giovina seduta sul davanzale della finestra ad una veduta del lago di Lucrino, plumbeo, sotto la montagna nera.
Guido impassibile, con la sigaretta accesa tra le labbra, parlando a scatti come suo padre, m’illustrava le località dei suoi paesaggi con frasi brevi e con l’indifferenza di una guida turistica.
La pittura per Guido Casciaro era cosa naturale, un prodotto spontaneo del suo istinto, di un istinto esuberante e violento, che a malapena la mente ragionativa riusciva a controllare e a disciplinare.
Tra i pittori napoletani egli era certamente il più ricco, e il più fecondo: un occhio vigile, infallibile, ed una mano instancabile. Tutto ciò che lo circondava gli si tramutava in pittura: perfino i prosciutti, i formaggi e i salami che egli acquistava durante la guerra per la sua famigliuola e che dipingeva, come soleva Chardin, quasi con ghiottoneria per serbarne il ricordo.
Si affacciava dai balconi della sua casa e dipingeva la strada sottostante con gli alberi, i veicoli e i passanti, oppure il suo giardino, dove soleva indugiare suo padre nei pomeriggi estivi, o quattro pere in un piatto di maiolica o dei fiori secchi in un vaso di cristallo.
Una forza pittorica vulcanica, una vena inesauribile, ed infine una facilità ed una felicità espressiva che sorprendeva non poco.
Nessuno avrebbe potuto gareggiare con lui. Nei suoi dipinti non si avverte mai lo stento o la fatica; ma, al contrario, un’esuberanza coloristica, ed una capacità realizzatrice unica.
Guido Casciaro conosceva a fondo il mestiere e i problemi della pittura: ciò gli consentiva di dipingere con grande libertà, a suo capriccio, sempre nuovo, sempre vario, tra una molteplicità di sensazioni coloristiche o plastiche, che egli riusciva a disciplinare sulla tela, spesso con un rigore esemplare. Ne veniva fuori una pittura sensuale, ricca d’impasti, non poche volte preziosa di materia, sontuosa e plastica, di tonalità basse o alte, chiaroscurale o tutta colore e chiarezza.
La pittura di Guido Casciaro si era maturata attraverso dure esperienze. Si tenga presente ch’egli era figlio del maestro Giuseppe Casciaro. Dovette reagire per anni alla pittura paterna, gettandosi magari allo sbaraglio, per trovare la sua personalità. Ogni altro forse si sarebbe avvilito in questo drammatico tentativo di rivolta. Perciò egli per anni si rassegnò a dipingere paesaggi urbanistici, cupi, terrosi, antipoetici, e spesso immersi in una luce livida.
Ricordo bene quel periodo di crisi dell’arte del mio amico, il quale, pur di salvarsi, seppe rassegnarsi all’impopolarità.
A questo proposito mi piace accennare ad un episodio della sua vita intima. Quand’era giovanotto, egli era solito andare a dipingere in compagnia del padre. Andavano sempre insieme, dappertutto, e molte volte dipingevano lo stesso paesaggio, non di rado dallo stesso punto di vista. Il giovane pittore capiva che la vicinanza continua del padre durante il lavoro influiva su di lui enormemente; ed in cuor suo decise di allontanarsene.
Difatti una mattina ad Ischia, secondo il solito, i due pittori si misero in cammino alla ricerca del motivo. Ad un certo punto il vecchio si fermò: depose a terra la cassetta dei colori, issò il cavalletto, ed attese che il figlio facesse lo stesso. Sennonché questi, dopo una breve indecisione, continuò a camminare senza dir nulla, ostinato, ma con la tristezza nel cuore. Il vecchio aveva guardato. Aveva capito tutto.
Se tu sapessi mi disse il mio amico, com’era triste il suo sguardo!
Da quel giorno Guido Casciaro voltò decisamente le spalle all’arte paterna. Ma poi, dopo tante esperienze, egli si riaccostò con altro volto al padre. La sua pittura raggiunse negli ultimi tempi una robustezza di colore ed una succosità d’impasto, specialmente nelle nature morte, dove gli echi di Tosi vengono sopraffatti dalla sua violenta sensualità napoletana. Egli sapeva descrivere con maestria, con la foga e spesso la bravura di un « inviato speciale », ed a volte con la sodezza di uno scrittore di razza.
La visita diventava lunga quel giorno. Guido mi aveva squadernato davanti un centinaio di dipinti. Ero stordito. Egli accese la sua ennesima sigaretta.
- Guido Casciaro, Mercato di Castellammare
- Guido Casciaro, La Spiaggia
- Guido Casciaro, Cantieri
- Guido Casciaro, Cantieri navali a Castellammare
- Guido Casciaro, le montagne di Castellammare
- Guido Casciaro, Cantieri di Castellammare
- Guido Casciaro, lo scalo dei Cantieri navali
- Guido Casciaro, il Vesuvio dalla collina stabiese, erroneamente Ischia
Nota:
1. Piero Girace, Artisti contemporanei, EDART, 1970, pagg. 254 e 255.
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