Archivi categoria: Fotografia

Nino Cuccurullo: l’Archivio Fotografico

Nino Cuccurullo: l’Archivio Fotografico

a cura di Gaetano Fontana

L’Archivio Fotografico “Nino Cuccurullo” raccoglie immagini d’epoca di straordinario valore storico e umano. A curare l’archivio è Gaetano Fontana, appassionato cultore della memoria stabiese. Le fotografie, tutte scattate dal Cuccurullo, raccontano il volto autentico di Castellammare di Stabia. Ritraggono scorci del territorio, ma anche volti di uomini e donne che ne hanno attraversato il tempo.

Grazie alla generosa disponibilità del signor Giustiniano Cuccurullo, figlio del fotografo, oggi possiamo condividere questo tesoro con il pubblico. Le immagini restituiscono atmosfere perdute, frammenti di quotidianità e momenti solenni della storia cittadina. Ogni foto testimonia l’occhio attento e sensibile di Nino. Con cura e precisione, immortalava la vita che scorreva intorno a lui.

L’archivio è accessibile sul portale web liberoricercatore.it. Chiunque può consultarlo. Ricercatori, studiosi e semplici appassionati trovano in queste immagini uno strumento prezioso. Le foto aiutano a comprendere meglio la trasformazione della città e il vissuto della sua gente.

In sintesi, l’Archivio “Nino Cuccurullo” non è solo una raccolta fotografica. È un ponte tra generazioni, un viaggio nella memoria collettiva di Castellammare. Ogni scatto racconta una storia. Ogni volto parla al presente.


Ultimo Inserimento:

Archivio Fotografico Nino Cuccurullo: Gara Velica

Archivio Fotografico Nino Cuccurullo: Gara Velica

Fontana del Tritone

Inizio via Bonito (notare il semaforo in primo piano)

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1943: I “turisti” del Terzo Reich a Castellammare

1943: I “turisti” del Terzo Reich a Castellammare

articolo del Dott. Carlo Felice Vingiani

Già sul finire del 1942, a causa del precipitare degli eventi bellici, il regime fascista cominciava ad incontrare difficoltà nella gestione dell’ordine pubblico. Al fine di supportare l’alleato italiano e prevenire l’eventuale rischio di attentati ad obiettivi sensibili, il governo del Terzo Reich inviò proprie truppe a presidiare tali siti.

A Castellammare di Stabia, sede di numerose industrie, prime fra le quali i cantieri navali e quelli metallurgici, il contingente germanico, costituito da unità dei disciolti Deutsches Afrikakorps,  fu acquartierato nella odierna via De Gasperi, in quello che, ancora oggi, è conosciuto come “il Palazzo dei Tedeschi”.

Terzo Reich a Castellammare

5 febbraio 1943: Palazzo dei Tedeschi, il cortile interno

Terzo Reich a Castellammare: vista dal mare

14 febbraio 1943: Il Palazzo dei Tedeschi visto dal mare

Le immagini raccontano il Terzo Reich a Castellammare

Gli scatti fotografici raccolti da un anonimo soldato che, nel corso del 1943, alloggiò in quella temporanea caserma, ci mostrano scene decisamente inusuali, se paragonate a quante siamo soliti vedere nei film di guerra, e ci trasmettono un’immagine assai più “umana” di quei militari.

Queste foto raccontano di giovani che suonano i loro strumenti musicali, che prendono il sole sul tetto della caserma, o che, a bordo di gommoni, simulano uno sbarco, ma il tutto finisce in goliardici giochi acquatici, nonché di escursioni a Quisisana, su Monte Faito e di socializzazione coi ragazzini del posto.

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La storia delle cartoline a Castellammare di Stabia (Prima parte, 1898-1910)

LA STORIA DELLE CARTOLINE A CASTELLAMMARE DI STABIA (Prima Parte, 1898-1910)
collezione del Dott. Carlo Felice Vingiani

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La storia delle cartoline a Castellammare di Stabia

La storia delle cartoline postali ha inizio verso il 1889[1. Furio Arrasich, “Regionalismo Italiano 1889-1950”, Ediz. Millecartoline, 2003], ma su di esse compare l’illustrazione solo nove anni più tardi, nel 1898[2. Furio Arrasich, “L’ABC della cartolina. Tutto sul mondo del collezionismo cartofilo” Ediz. Millecartoline, 2001], e prende piede di pari passo col consolidarsi di una borghesia sempre più facoltosa, colta e desiderosa di viaggiare e mostrare ad amici e conoscenti i tanti luoghi visitati. Questo nuovo bisogno viene soddisfatto proprio dalla cartolina illustrata, che diviene fin da principio oggetto da collezione.
Risulta abbastanza semplice riconosce gli esemplari più antichi di cartolina, ossia quelli stampati durante il primo decennio del ‘900, caratterizzati dal cosiddetto “retro indiviso” (vedi foto 1), privo cioè della linea divisoria verticale, destinata a separare l’area riservata all’indirizzo del destinatario da quella del messaggio del mittente. In questa fase pionieristica sul retro della cartolina si poteva apporre esclusivamente il recapito del destinatario, mentre i più o meno brevi messaggi di saluti trovavano posto sul fronte della stessa, andando talvolta a deturpare il soggetto raffigurato.

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La Cappella di San Catello

La Cappella di San Catello fondata nel 1879 per volontà del venerabile mons. Francesco Saverio Petagna nell’ambito dei lavori di ampliamento del duomo e compiuta nel 1883 per zelo del Servo di Dio mons. Vincenzo Maria Sarnelli, è stata interamente restaurata negli anni 2016 e 2017 dalla COO.BE.C. di Spoleto (con la direzione degli architetti Flavio Morvillo e Gerarda Cimmino), con il contributo statale ed il concorso dei fedeli stabiesi. Inaugurata il 18 gennaio 2018 nei primi vespri della festa del Santo Patrono.


L’inaugurazione della Cappella

a seguire esponiamo una carrellata di bellissime fotografie riprese dal dott. Andrea De Martino all’indomani della fine del restauro (nel giorno dell’inaugurazione). Buona visione. Continua a leggere