Errico Gaeta

Errico Gaeta

di Giuseppe Zingone

Gaeta Errico, Castellamare

Castellammare di Stabia 11 Settembre 1840 – Castellammare di Stabia 5 Luglio 18871

Così viene descritto Errico Gaeta, da Piero Girace nel racconto: Una serata nella Villa di Morelli:

Entra in quel momento, con la sua aria serena, di sognatore in pace con il mondo e con sé stesso, il pittore stabiese Enrico Gaeta, il quale ha già partecipato con successo alle grandi promotrici napoletane ed a varie mostre internazionali, come quella di un anno prima, a Torino, dove egli si è recato insieme con il suo amico giornalista. Ed il pittore ha con sé il cavalletto e la cassetta con i colori, ché egli è reduce da una delle sue tante peregrinazioni su per le colline ed i monti di Castellammare, dove tutti i giorni si reca alla scoperta dei bei paesaggi stabiesi.
Ha il volto madido di sudore. La passeggiata è stata abbastanza disagevole, ed egli è stanco morto. Siede su di una sedia e si mette a conversare con il suo amico, (Francesco Girace ndr.) il quale riordina le bozze sparse sul tavolo, e dice ai tipografi di dar presto mano alla tiratura del giornale. Parlano della venuta del Maestro entusiasmandosi vicendevolmente delle ultime opere che questi ha esposto con gran successo; e dopo un poco, stabiliscono di andare insieme a fargli una visita“.2

Libro dei Proverbi 13,9: Lux justorum laetificat: Lucerna autem impiorum extinguetur3

Incipit dell'opera del Renda, foto Maurizio Cuomo

Incipit dell’opera del Renda, foto Maurizio Cuomo

Quando si approssima il mese di Novembre, oltre alla Livella di Totò, mi viene sempre in mente il nostro cimitero (vecchio e nuovo) e la lapide di Errico Gaeta, un pittore senza uguali tra passato e presente, il più grande di Castellammare, senza ombra di dubbio, ma oggi dimenticato dai suoi concittadini. Potete trovare la sua tomba nel viale centrale del cimitero vecchio, dando le spalle all’ingresso sulla destra, luogo di sonno eterno che nella sua parte più antica è uno scrigno d’arte e di riflessione; qui riposano le spoglie mortali di questo strabiliante artista.

Archivio di Stato di Napoli, atto di nascita numero 511 del 1840, del Comune e circondario di Castellammare

Gaeta, ci ha regalato poesie sotto forma di immagine di una città che ha smarrito il proprio volto e i pochi che ne cercano l’essenza sono sempre alla ricerca di qualche vecchio dipinto, di una eco, di un richiamo dell’anima, uno scorcio che parli della nostra terra senza le macchie oscure del presente.

I pini, Errico Gaeta

I pini, Errico Gaeta

Ho letto diversi articoli sul Gaeta a cominciare dalla mostra che nel 2014 si tenne a Napoli a palazzo Zapata dal 3 al 14 Maggio, che è stata per molte pagine web l’unico modo per reperire informazioni precise sul nostro pittore. Il catalogo della mostra è opera di Rosario Caputo,4 la cui rigorosa ricerca ha dato alla luce lo splendido catalogo edito da Galleria Vincent, che rimettiamo al lettore per una completa e più vasta biografia utile a conoscere i tratti più importanti di Errico Gaeta. Inoltre, il nostro pittore, come scrive il professor D’Angelo fu anche amico ed allievo di Giacinto Gigante maestro indiscusso della cosiddetta Scuola di Posillipo.

Mostra Gaeta, Foto del Circolo Artistico Politecnico

Mostra Gaeta, Palazzo Zapata, Foto del Circolo Artistico Politecnico

Il Dipinto I pini, fu portato dal Gaeta all’Esposizione Universale di Parigi che si inaugurò agli Champs de Mars il 15 aprile del 1867 e anche in quella del 1878, infine alla mostra postuma del pittore tenutasi a Castellammare di Stabia nel 1933.
Dove però Gaeta rivelò la sua piena grande forza espressiva fu all’Esposizione generale italiana di Torino del 1884, nella quale egli presentò al Palazzo delle Belle Arti, nell’ampia area espositiva annessa al Castello del Valentino, varie opere di indiscutibile valore artistico, come L’eremo di Pozzano a Castellammare di Stabia, Nella valle, Via di Pozzano a Castellammare di Stabia, Da Castellammare a Sorrento e l’Abitazione dei Cesari. Ma furono, Nel burrone e Cortile di proletari napoletani che per la forza del disegno e la soavità del colorito, rappresentarono le cose più belle in mostra del pittore”.5

Forse mai avrei pensato di ringraziare chi, dall’arte cerca di trarre profitto come le case d’aste, ma se mi è permesso chiedere scusa, vorrei cominciare col farlo proprio alla Galleria Vincent. Sono loro che attraverso il web e le opere messe in vendita hanno in qualche modo ritessuto il volto dissolto della nostra Città, qui grazie ad essi, riproponiamo oltre a quelle del catalogo, altre opere inerenti Castellammare di Stabia.

Ritengo che troppo spesso la nostra Città abbia dimenticato i suoi figli migliori, lo vediamo anche dallo stato in cui giace la sua tomba e  se il nostro futuro non è dei più rosei è proprio per la scarsa considerazione che abbiamo del nostro passato. Un piccolo invito dunque, in questi giorni di riflessione che si apprestano, oltre a porgere ossequio ai propri cari ricordatevi anche di coloro che ci diedero lustro e soprattutto insegnatelo ai vostri figli.

Nel modo in cui facciamo memoria degli altri, così verremo ricordati!

I miei ricordi, oltre che da persone, sono sempre affollati e accompagnati da immagini della mia Castellammare ed i colori di queste tele, sono senza dubbio i colori dei tratti magistralmente colti da Errico Gaeta. Le sue visioni, i suoi scorci sono le pennellate infisse nella carne della mia memoria di stabiese.

Articolo del 28 Ottobre 2018


Note:

  1. Errico Gaeta fu vittima di un vile agguato in località di Pozzano il giorno 4 Luglio, mentre era intento a dipingere, la sua amata Castellammare, per approfondimenti si rimanda al pdf di Rosario Caputo, Errico Gaeta, Edizioni Vincent, 2014. In questo preciso momento della sua vita, Gaeta si trova all’apice della sua carriera, oramai è noto in Italia ed in ambito internazionale.
  2. Piero Girace, Le Acque e il Maestrale, edizione del 1961, pag. 47 e 48.
  3. Il monumento funebre nel vecchio cimitero di Castellammare è opera dello scultore Giuseppe Renda anno 1889. “La luce dei giusti allieta, la lucerna degli empi si spegne”.
  4. Il catalogo edito dalla galleria Vincent, in collborazione con l’Associazione “Circolo Artistico Politecnico” Napoli è un’opera esaustiva e ricca di interessanti informazione e di stupendi dipinti, tra i quali si evidenzia alcuni di proprietà della Banca stabiese. Anche se lo stesso Caputo afferma, che molte delle informazioni su Errico Gaeta si debbono alla caparbia ricerca del giornalista napoletano di origini pugliesi Paolo Ricci (Barletta 1908- Napoli 1986) e a Carlo Nazzaro (Chiusi di San Domenico 1887- Napoli 1975).
  5. Brevissima sintesi del Catalogo di Rosario Caputo.

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