Il disastro del Faito
Il tragico incidente di Ferragosto
a cura di Gaetano Fontana
Nel giorno di Ferragosto, giunta a poche decine di metri dalla stazione cittadina, la teleferica, partita a monte poco meno di 8 minuti prima (si dice stesse compiendo la diciassettesima corsa della giornata, numero notoriamente avverso a molti scaramantici), molto probabilmente per la troppa velocità raggiunta, ebbe a sganciarsi in prossimità del primo pilone, precipitando all’imbocco del sottostante tunnel ferroviario.
Le vittime e le loro storie
Nella sciagura persero la vita 4 persone: il commerciante ortofrutticolo stabiese Francesco Cimmino ed il figlio Luigi (di appena 9 anni)[1. Il Cimmino si recava tutte le mattine sul monte Faito per ricevere ordinazioni da alberghi e proprietari delle numerose ville che vi sono sorte nel dopoguerra.
Quel giorno, essendo festa, il bambino gli chiese di accompagnarlo ed il padre acconsentì.], il conduttore della cabina Alberto Lanza (40enne) di Cercola ed il pensionato (71enne) Di Girolamo Costanzo di Napoli[2. Di Girolamo Costanzo, durante i mesi estivi si recava di mattina presto, con la ferrovia circumvesuviana a Castellammare di Stabia, e saliva poi al Faito in funivia: soffrendo gravemente d’asma, trovava un notevole ristoro nell’aria balsamica e fresca della montagna.], tutti estratti dalle lamiere contorte della cabina.
fonte “Emeroteca stabiese di liberoricercatore.it“
Vedi anche: La funivia del Faito in quel tragico 15 agosto del 1960


