La chiesa di Santa Maria della Sanità
a cura di Maurizio Cuomo
Nella zona collinare di Castellammare di Stabia, lungo un’antica via percorsa dal tempo e dalla memoria, sorgeva un tempo la veneranda chiesa di San Tommaso Apostolo.
Un luogo sacro, carico di storia e spiritualità, che con il trascorrere dei secoli si era ridotto a poco più di un’ombra del passato.
Di questo luogo così scriveva lo storico Giovanni Celoro Parascandolo nel suo libro Castellammare di Stabia, pubblicato nel 1965:
E’ antichissima e si sconosce la fondazione che per errore una lapide moderna pone all’anno 1309. Il suo antico titolo era S. Tommaso Apostolo e S. Maria Maddalena ed il luogo dove sorgeva era detto “Casa de Rogatis distretto della parrocchiale chiesa di Santo Spirito”.
Era di patronato della famiglia Scafarto come si desume da un atto dell’anno 1564; in detto anno il rettore Annibale Scarfato, vendette un terreno della chiesa a notaio Cesare de Rogatis, proprietario limitrofo, con il consenso del vescovo e dei patroni per urgenti restauri da eseguirsi a detta chiesa.
Questa chiesa in seguito ruinò e nell’anno 1657 il Beneficio fu trasferito in Cattedrale. Rimase solo un muro su cui era dipinta l’immagine della Madonna con il Bambino, immagine che poi fu appellata della Sanità per ciò che a seguire si riporta…”
Nel XVIII secolo, della sua struttura restava un solo muro, spoglio e diruto, su cui sopravviveva, come ultimo baluardo di fede, l’immagine di una Madonna con il bambino.
Quel luogo, abbandonato e silenzioso, conservava tuttavia un’anima viva grazie a Maddalena de Capua, un’umile donna della contrada delle Botteghelle.
Ogni giorno, Maddalena passava davanti a quel muro e, con un gesto gentile, liberava l’immagine sacra dall’invadenza dei rovi e delle erbe selvatiche.
Colta da una grave malattia, Maddalena invocò con fervore l’aiuto della Vergine dipinta sul muro. Il miracolo non tardò ad arrivare: la sua salute migliorò in modo repentino, come se un soffio divino avesse disperso le ombre della malattia.
La voce del miracolo si diffuse rapidamente per le vie di Castellammare, raggiungendo in breve tempo anche il vescovo dell’epoca, monsignor Biagio de Dura. Profondamente commosso dalla testimonianza di fede e del miracolo avvenuto, il Vescovo decise di ridare vita alla chiesa. Fu così che il 10 maggio 1717, con una solenne cerimonia venne posta la prima pietra per la riedificazione della chiesa di Santa Maria della Sanità.
Da quel giorno, la chiesa divenne non solo un luogo di culto ma anche un faro di speranza e guarigione per i fedeli della città. La storia di questo miracolo, ben presto divenne celebre, e la devozione per Maria Santissima della Sanità ebbe ad accrescersi di generazione in generazione.
Così Maria Santissima della Sanità ancor oggi è simbolo di speranza e di guarigione, ed è custode silenziosa della fede di coloro che nel suo abbraccio cercano conforto e protezione.