Charles Dickens a Castellammare

Charles Dickens a Castellammare

di Giuseppe Zingone

William Powell Frith, Ritratto di Charles Dickens, 1859

Dickens è il padre del moderno natale, autore che è riuscito a mettere a nudo la società inglese del suo tempo, senza timore di parlare di temi delicati, spesso sottaciuti dalla borghesia dell’epoca attenta soprattutto ad una immagine di facciata. Una collettività quella dell’ottocento, poco attenta alla vita dei poveri, per certi versi vicina alla povertà spirituale e non solo materiale che caratterizza i nostri tempi. I suoi romanzi, le sue storie, sono universali e ci narrano la vita di personaggi, che avremmo potuto trovare anche a Parigi e a Napoli e nelle altre capitali europee.

Pictures from Italy (Impressioni dall’Italia) è un diario di viaggio, il resoconto di una pausa letteraria che portò Dickens con la sua famiglia ad intraprendere un viaggio tra il 1844 ed il 1845, (in Francia e in Italia) ed anche in questo caso, l’attenzione di Dickens è soprattutto per il popolo, lo stile di vita della gente comune, le feste popolari, il teatro, il paesaggio. Le cronache che lo riguardano dicono che fosse un gran camminatore e in questa sua “vacanza familiare” non mancò di fare una visita anche a Castellammare.

Pur avendo completato questo scritto da qualche mese, ho pensato che la sua giusta collocazione fosse il periodo natalizio. Il nostro Natale però, quello che attende il Figlio di Dio che nasce nella nostra umanità, continuamente offesa da inutili problemi creati dall’uomo moderno, spesso sordo all’amicizia del Creatore, ed al bene dei suoi simili è ancora di là da venire.

Ebenezer Scrooge disse: “Io onorerò sempre Natale nel cuore, io ne serberò il culto tutto l’anno. Vivrò nel passato, nel presente e nell’avvenire.” E divenne così buon amico, così buon padrone, così buon uomo, come se ne davano un tempo nella buona vecchia città, o in qualunque altra vecchia città, o paesello, o borgata nel buon mondo di una volta.

Charles Dickens, Canto di Natale1

 

Dickens Charles, Pictures from Italy, frontespizio

Il paese più bello del mondo, si staglia attorno a noi. Sia che noi svoltiamo verso la sponda di Miseno con lo splendido anfiteatro marino, per poi passare per la Grotta di Posillipo fino alla Grotta del Cane e allontanandoci fino a Baia, o anche se prendiamo l’altra via, verso il Vesuvio e Sorrento, è un susseguirsi di delizie.

Presso Castellammare, Georg Heinrich Busse – 26 luglio 1843, galleria Liberoricercatore

Presso Castellammare, Georg Heinrich Busse – 26 luglio 1843

In quest’ultima direzione, dove, sopra porte e arcate, ci sono innumerevoli piccole immagini di San Gennaro, canuto, con la mano tesa, a frenare la furia del Monte Ardente, veniamo trasportati piacevolmente, da una ferrovia sul bel Mare e la Spiaggia, oltre il paese di Torre del Greco, edificato sulle ceneri dell’antico paese distrutto da un’eruzione del Vesuvio, nel giro di cento anni; e oltre le case dal tetto piatto, i granai e le fabbriche di maccheroni, a Castel-a-Mare, con il suo castello in rovina, ora abitato da pescatori, che si erge in mare su un cumulo di rocce.2

Edmund Berninger “The Bay of Naples, Vesuvius Beyond”

Edmund Berninger “The Bay of Naples, Vesuvius Beyond”

Qui finisce la ferrovia; ma, da qui, possiamo cavalcare,3per un susseguirsi ininterrotto di baie incantevoli, e bei paesaggi, in pendenza dalla vetta più alta del Sant’Angelo, la montagna più alta vicina, giù fino alla riva del mare, tra vigneti, alberi d’ulivo, giardini di aranci e limoni, frutteti, rocce ammucchiate, gole verdi nelle colline – ai piedi di alture innevate, attraverso piccole città con belle donne dai capelli scuri alle porte4– e oltre, deliziose ville estive – fino a Sorrento, dove il poeta Tasso trasse ispirazione dalla bellezza che lo circondava. Ritornando, possiamo scalare le alture sopra Castel-a-Mare, e guardando in basso tra le foglie dei rami vedere l’acqua frizzante luccicare al sole; e grappoli di case bianche nella lontana Napoli, che si riducono a dadi nella grande estensione della prospettiva. Il ritorno in città, di nuovo sulla spiaggia, al tramonto, con il mare splendente da un lato, e la montagna oscura, con fumo e fiamme, dall’altro, è una sublime conclusione alla gloria del giorno.5

Nave fantasma nel Golfo di Napoli, Oswald Achenbach

Nave fantasma nel Golfo di Napoli, Oswald Achenbach

Articolo terminato il 1 luglio 2022 e pubblicato il 23 Dicembre 2022.


 

  1. Il Canto di Natale (A Christmas Carol), noto anche come Cantico di NataleBallata di Natale o Racconto di Natale, è un romanzo breve di genere fantastico del 1843.
  2. Lo scoglio di Rovigliano.
  3. Ricordiamo la grande presenza di questo docile animale, a Castellammare, e le grandi qualità rispetto a quelli del citrcondario. Leggi anche: Asini e ciucci di Castellammare.
  4. La bellezza delle donne, ammaliò anche Marguerite Gardiner, contessa di Blessington.
  5. Charles Dickens, Pictures from Italy, New York 1846, pag. 57.

2 pensieri su “Charles Dickens a Castellammare

  1. Ciro

    Complimenti per il suo lavoro che ci trasmette aneddoti di Castellammare, servirebbero persone come lei a guidare questa città, persone che amano veramente questo territorio.

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    1. Giuseppe Zingone Autore articolo

      Nel ringraziarLa, le porgo anche i miei auguri di Buon Natale! Per rispondere al suo invito, voglio solo dire che dal mio punto di vista, l’amore per la città e la politica, mal si conciliano. Si corre sempre il rischio di sporcarsi con compromessi al ribasso. Credo che il recupero della nostra storia e delle nostre tradizioni passi necessariamente per un cambio di rotta culturale che in questo momento storico non vedo né a Castellammare, né nel nostro paese. Ma questo non significa che non è possibile è solo molto complesso. Se lei dà 300 voti ad un omuncolo qualsiasi oggi o ad un papabile sindaco, subito ci si monta la testa, si diventa dispotici, i cittadini vengono visti come servi inutili ed il governo della città un modo come un altro d’avere agevolazioni per i propri fini personali.
      Bisogna cambiare modo di pensare, acculturarsi, rimanere lontani dalle ideologie che ancora ci devastano.
      Quando attraverserà la strada sulle strisce pedonali senza il rischio di essere investito e quando vedrà dei giovani non gettare carte o bottiglie a terra o sull’arenile, allora potremo dire di essere sulla buona strada.
      Saluti Giuseppe Zingone
      P.S. Io non vivo più a Castellammare, in ogni caso non esiste una società, perfetta ma solo perfettibile.

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