1881 – La Flavio Gioia
Titolo: Il varo del “Flavio Gioia”
Tratto da: L’Illustrazione italiana (anno VIII n. 27 – 3 luglio 1881)
Stralcio di articolo:
Finalmente i rivoltati elementi si calmarono; il vento impetuoso cessò, le nubi si aprirono, comparve il sole ed il varo fu stabilito. Intanto il Flavio Gioia, quasi donzella che presso al matrimonio si vede allontanato il giorno deciso ed aspetta tranquilla, se ne restava sul suo letto nel cantiere e sfidava lo imperversar della pioggia, come il saettare del fulmine.
Ma il giorno di domenica 12 giugno si vide rivestire a festa, gli operai gli appiccicarono nei fianchi delle immagini di santi o madonne, altri lo copersero di fiori e l’imbandierarono tutto.
Quale elegante mostra di sè dava la nave sul suo scalo! Non era la colossale mole dell’Italia, ma qualche cosa di civettuolo e di simpatico.
L’Italia era la imponente matrona romana, il Flavio Gioia la piccola donnina elegante di un salone. La folla corse a vederla scendere nel mare, come era accorsa per l’altra, e tutta Castellammare sembrava irriconoscibile. Vi si giungeva da Napoli mercè gli avvisi dalla R. Marina, i piroscafi delle società commerciali, la ferrovia e le carrozze. Vi si arrivava dai paesi limitrofi per le ferrovie, sulle carrozze ed anche a piedi. Anzi quest’ultimo mezzo fu quello adoperato dalla generalità dei contadini, che profittando della festa, lasciarono i villaggi e vennero alla città.
Alle undici monsignor Sarnelli, vescovo di Castellamare, intervenuto alla cerimonia, per tema avessero nuovamente a sospendergli le temporalità, seguito dal clero dà la benedizione religiosa alla fidanzata, cioè al Flavio Gioia: è uno sposalizio della signora nave con il signor mare. Buon numero di invitati sono già presenti. Alle 11,30 arrivano altri molti e con essi tre grosse corazzate, il Duilio, Affondatore ed il Principe Amedeo. I cannoni delle tre matrone salutano la sposa.
La folla degli spettatori si fa maggiore; nelle tribune si è pigiati, come sulla spiaggia fra la nave ed esse. Alcuni operai, che fanno da donzelle d’onore, preparano l’occorrente, cioè tolgono i puntelli.
É poco dopo il tocco: nel golfo s’avanza un piroscafo. E l’avviso Staffetta. Tutti i cannoni sparano come un cannone solo. La Regina d’Italia arriva per assistere alla cerimonia. La vanno a ricevere il ministro Acton, il vescovo, le autorità: l’accompagnano S. A. R. il Principe di Napoli, la Principessa di Strongoli dama di compagnia, la Duchessa di Monteleone e la Principessa di Moliterno, dame di palazzo: poi il generale Sacchi, gli ammiragli Acton e Bertelli, il marchese di Villamarina, il colonnello Osio e tanti altri signori più o meno appartenenti alla casa di Sua Maestà. La musica suona l’inno reale, i marinai presentano le armi, la folla grida viva la Regina!