Monte Pendolo

Escursionisti stabiesi

( Immagini itineranti )

Croce di Monte Pendolo (foto Maurizio Cuomo)

Croce di Monte Pendolo (foto Maurizio Cuomo)

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Monte Pendolo

( Scheda tecnica del percorso )

Itinerario:
Borgo Privati (chiesa di S. Eustachio) – Via Pendolo (antico sentiero per la croce del M. Pendolo) – M. Pendolo – Pimonte – Tralia – Monte Coppola – antica via Pimonte (il sentiero che da Monte Coppola porta al borgo di Privati) – chiesa di S. Eustachio.

Durata:
5 ore (con ampie soste di rilevamento e ritorno).

Lunghezza:
6,5 km circa.

Difficoltà:
E (Escursionistica – media difficoltà).

Dislivello:
550 mt.

Tipo di percorso:
Questo percorso è caratterizzato da un piano di calpestio misto. Ecco a seguire la relativa specifica: il tratto iniziale (chiesa di S. Eustachio – via Pendolo) è di tipo urbano e come tale non presenta particolari difficoltà. Giunti al ponticello attiguo ad un vecchio casolare, ci dirigiamo verso destra imboccando un antico camminamento (originariamente questo camminamento era costituito da scaloni in pietra calcarea, ma con profondo rammarico, rileviamo essere allo stato attuale, quasi del tutto devastato da inopinate colate di cemento e brecciato). Si continua per un sentiero montano in sterrato, fino ad arrivare ad un antico rudere. Ancora poche decine di metri e risulta possibile proseguire in due direzioni, quella più pratica e breve punta a monte dritto verso la vetta, noi decidiamo invece di ripercorrere in via esplorativa il vecchio sentiero che si snoda lateralmente verso destra e che risulta essere meno agevole e notevolmente ostruito. Le tracce dell’antico sentiero, però, si perdono ben presto nella rigogliosa vegetazione per cui dopo il consulto di una carta dei sentieri, decidiamo di tagliare a monte sul terrapieno. Poche minuti e ci ritroviamo a percorrere un sentiero marcato fino ad arrivare alle zone abitate del Pendolo. Proseguiamo per la ripida, ma agevole strada rotabile, fino ad arrivare alla vetta e alla Croce del Pendolo. Al ritorno decidiamo di percorrere in direzione Tralia un’antica mulattiera consunta dal tempo (costituita da una scalinata di vecchi lastroni calcarei). Proseguiamo poi, per la vecchia via Pimonte a Monte Coppola e ci dirigiamo a valle su di un sentiero sterrato, che si snoda verso l’antico Terziere di Privati.

Punti d’acqua:
Fontane pubbliche al borgo di Privati e nel comune di Pimonte – non mancano lungo il percorso fontane private il cui uso viene gentilmente concesso dagli abitanti del posto agli escursionisti.

Segnaletica:
Il sentiero è privo di segnaletica escursionistica, i tratti che attraversano le vie comunali sono indicati con targhe toponomastiche.

Tipo di vegetazione:
Durante il tragitto d’andata si incontrano prevalentemente coltivi ad ulivo e vite, nei punti non interessati dai coltivi resistono lembi di macchia mediterranea con le tipiche essenze di Leccio, Erica arborea, Cisto, Ginestra. Il ritorno, nel tratto Pimonte – Monte Coppola, è caratterizzato prevalentemente da cedui a bosco misto e cedui a Castagno. Nell’ultimo tratto da Monte Coppola ai primi abitati del borgo Privati si incontrano coltivi ad Ulivo e ampie zone di macchia mediterranea.

Punti d’interesse:
Antichi edifici del borgo Privati con caratteristiche e belle edicole votive – Chiesa di S. Eustachio – coltivi a vite e ad ulivo – antichi ruderi di belle cascine, costruiti a secco con blocchi di rocce calcaree – pavimentazione, in lastroni di roccia calcarea, dei sentieri – imponenti depositi fossiliferi di “Calcare a Rudiste” – croce del Pendolo – Splendido il panorama dal belvedere di Monte Pendolo che domina il golfo di Napoli e la piana campana, altrettanto interessante è il panorama sul crinale del Monte Faito e sui tre pizzi di Monte S. Angelo. Spettacolari sono anche i numerosi ruscelli e salti d’acqua, in piena nel periodo primaverile, che accompagnano gran parte dell’itinerario.

Osservazioni:
I tratti meglio conservati del percorso proiettano il viaggiatore in un epoca ormai lontana quando l’antica mulattiera era percorsa da contadini, pastori e boscaioli che abitavano le antiche e caratteristiche cascine disseminate lungo il sentiero. Un viaggio nel tempo che sembra diventare reale quando si ha la fortuna di incontrare qualche vecchio abitante del posto che come un libro di storia vivente è capace di regalarti un aneddoto di un’epoca ormai scomparsa. Straordinari sono anche gli spunti naturalistici che l’itinerario offre. Numerose orchidee crescono ai margini dei coltivi e nella macchia mediterranea, bellissimi sono i depositi di “Calcare a Rudiste”, particolarmente emozionante è il poter osservare uno straordinario alveare selvatico, la Talpa e l’infaticabile Scarabeo stercorario. Queste potenziali attrattive, suscitano forti emozioni. L’escursionista che intraprende questo percorso, si estranea dal banale materialismo dei chilometri da percorrere per immergersi in un viaggio fantastico.

Galleria Fotografica

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