La Giara del liberoricercatore (foto Nicola Pede)

Il mercato delle Acque

a cura di Maurizio Cuomo

dedicata agli amici di “Ricomincio da Tre – Antiche Terme di Stabia” e a tutti coloro, che come il nostro caro amico Nicola Pede, credono e lottano per la riapertura delle nostre “Terme stabiane”

* * *

Ai piedi della montagna, fra erbe selvatiche, dense di odori, e sassaie bianche, due rivoletti d’acqua colore del latte, cantavano al sole, tranquilli e abbandonati, scivolando di pietra in pietra, di sterpo in sterpo, con gridi di luce e brividi strani.

La Giara per le Acque di liberoricercatore (foto Nicola Pede)

La Giara per le Acque di liberoricercatore (foto Nicola Pede)

Un frate malinconico, ossessionato da incubi di morte, il volto triste e la tonaca frusta, seduto a un poggiolo come un santo romito nello squallore solare del paesaggio, guardava i lor giuochi e sognava: “Foss’io come loro, gioiosi e sereni; potrei vivere molti anni ancora!”. Poi, prese una giara di creta, che portava seco nelle solitarie peregrinazioni ed attinse dell’acqua.

La bocca gli s’insaporò di zolfo ed un refrigerio, dolce, sereno, gli percosse le visceri. Colmò un’altra giara e bevve di nuovo. Sentì un senso di benessere; la fantasia gli s’accese. Rimuginò cose strane, misteri di filtri, diavoli e streghe, madonne e santi, prodigi e miracoli.

Dopo un’ora si sentì più leggero, più calmo: il gonfiore dei piedi e delle gambe, era alquanto scemato. “O Vergine santissima! O buon Dio! Sono salvo!”. Il frate malinconico, dalla tonaca frusta, gridò come impazzito, nello squallore del paesaggio.

D’allora la voce del miracolo corse per le contrade e per i paesi; ed intorno alle fonti abbandonate accorsero le genti, con desideri stragrandi, con richieste assurde, impossibili; sorsero muri e cantieri di costruzioni, palazzi e ville: giunsero in lunghe carovane carrozze ed automobili, “tramvai” e treni stracarichi di orgasmi e di malattie. Così nacque il favoloso mercato delle acque.


Note: 

tratto da: “Le Acque e il Maestrale” di Piero Girace (pagg. 38 e 39).

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