Fantasmi nel bosco.

Fantasmi nel bosco, straordinari adattamenti per la sopravvivenza

articolo del naturalista Ferdinando Fontanella

Fantasmi nel bosco.

Fantasmi nel bosco.

Sembra incredibile, ma è vero: “Nei boschi italiani vivono i fantasmi!”. Il periodo migliore per osservarli è l’autunno, per vederli bisogna passeggiare piano per i sentieri del bosco facendo bene attenzione ai minimi movimenti dei ramoscelli. Li ho ammirati io stesso nei boschi di Quisisana a Castellammare di Stabia, vi confesso che ho provato un brivido che mi ha scosso. La mia non era paura, non c’era motivo di averne perché il fantasma che ho visto non ha niente della classica e fantasiosa “demoniaca presenza”. Il sussulto che ho provato era dovuto alla meraviglia e all’ammirazione.

Quello che ho avvistato è un insetto che appartiene all’ordine dei Fasmidi (Fasmoidei) parola che deriva dal greco phasma, cioè fantasma ed è riferita all’apparente capacità di sparire che hanno questi animali. Se un giorno vi capiterà la fortuna di osservarne uno, dovrete stare bene attenti a non perderlo di vista, basta un attimo e non lo si vede più eppure non è sparito è sempre là davanti ai vostri occhi, non riuscite a vederlo perchè i vostri sensi sono stati ingannati.

Questi animali che vivono sugli arbusti e si nutrono di foglie (fitofagi),  hanno il corpo e gli arti esili ed allungati, sono privi di ali (atteri) e hanno un colore che varia dal verde al brunastro. Somigliano sorprendentemente, nella forma e nel colore, a ramoscelli; anche i movimenti sono lenti e cauti e si confondono con lo spostamento dei rami veri scossi da un leggero vento. Quando l’insetto si riposa o avverte un pericolo si immobilizza riuscendo così a mimetizzarsi perfettamente con i ramoscelli degli arbusti frequentati. Spesso anche quando sono catturati restano immobili e rigidi come se fossero inanimati pezzetti di legno (tanatosi), adattamento questo, indipendente dalla volontà dell’insetto, che risponde ad un riflesso nervoso con funzione difensiva. Lo stesso tipo di riflesso spinge questi insetti, in situazioni di estremo pericolo, ad  amputarsi istintivamente uno o più arti (autotomia) che con le successive mute, come giovani germogli di un ramo, ricrescono. I nuovi arti si distinguono dai vecchi per la lunghezza minore.

Le capacità mimetiche degli Insetti Stecco, questo è il loro nome comune, sono così sorprendenti che in passato l’illustre Athanasius Kircher (1602 – 1680), erudito universale del XVII secolo, riteneva che questi esseri fossero in parte animali ed in parte piante e che avessero origine da rametti di Viburno putrefatti. Fu poi Francesco Redi (1626 – 1697) insigne medico, naturalista e letterato italiano, giustiziere della teoria della generazione spontanea, a dare la prima ed accurata descrizione dell’insetto, dopo averne studiato anche i visceri.

La riproduzione dei Fasmidi è di tipo sessuale ossia ci sono femmine che producono uova e maschi che le fecondano. Frequente è anche la partenogenesi, una strategia riproduttiva che non prevede il contributo maschile: le femmine producono uova che, pur non essendo state fecondate, schiudono lo stesso e assicurano la continuità alla specie. Le uova, che somigliano incredibilmente a piccoli semi di piante (altro caso di adattamento mimetico) vengono lasciate cadere al suolo dove maturano lentamente prima di dare origine ad una larva molto simile agli adulti.

In Italia sono comuni due specie di Fasmidi: Clonopsis gallica Charpentier, 1825 e Bacillus rossius Rossi, 1788. Molto simili tra loro, le due specie possono essere facilmente distinte osservando la lunghezza delle antenne: in Clonopsis gallica sono poco più lunghe del capo, mentre in Bacillus rossius sono più lunghe e ben evidenti.

N.d.A. La descrizione dei Fasmidi riportata nell’articolo è riferita alle specie che vivono comunemente in Europa. Alcune entità esotiche non somigliano a ramoscelli ma a foglie. Gli insetti foglia sono molto caratteristici: il loro corpo è appiattito e le zampe hanno delle escrescenze a forma di foglia.

Osserva l’immagine sotto, verifica se i tuoi sensi sono stati ingannati. L’insetto che vedete evidenziato compare anche nell’immagine d’apertura all’articolo. Lo avete notato o è riuscito ad ingannarvi?

Fasmidi nel bosco.

Fasmidi nel bosco.

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