Castellammare nel 1858

a cura di Gennaro Cesarano

Castellammare in quegli anni (particolare tratto da una stampa del coll. Gaetano Fontana)

Castellammare in quegli anni (particolare tratto da una stampa del coll. Gaetano Fontana)

Nel “Dizionario geografico-storico-statistico de’ comuni del regno delle due Sicilie di Moltedo Achille”, Castellammare nel 1858, viene così descritta: Città marittima e vescovile della provincia di Napoli, capoluogo di circondario e di distretto1 nella parte orientale del golfo di Napoli, fabbricata sull’antica Stabia in amena situazione sulle radici di una montagna, guardando il golfo all’ovest e al nord la costiera di Torre del greco, e del Vesuvio distante 15 miglia. Ravvisansi tuttora avanzi della distrutta Stabia presso Varano, ed un castello de’ tempi di Carlo I. Vi si rinvennero preziosi monumenti di antichità in marmi e bronzi, come statue, medaglie, sigilli, camei, iscrizioni ecc. La città contiene cospicui edifizi sacri e profani, case eleganti, belle strade, utili fondazioni. È celebre fin da’ tempi antichi pe’ suoi bagni di acque minerali diverse che si usano pur ora con fiducia e buon successo per medicinali bevande, in vari casi morbosi come, l’acqua ferrata, la sulfurea, la nitrato, l’acetosella, e la quinta detta acqua rossa, delle quali se ne portano ancora de’ carichi nella capitale, ove però, usandole, perdono della loro efficacia. Nella stagione estiva questa città è il convegno dei Signori napolitani, distinti personaggi stranieri, principi reali, ed altri molti che vi si radunano, chi per giovarsi delle acque, chi per deliziarsi, chi per godere dell’aria fresca, per cui sempre più di giorno in giorno acquista lustro, estensione, bellezza, ricchezze, ed importanza, ed in tutte le stagioni poi vi è molto traffico ed attività. Buon porto sicuro assai frequentato, comoda rada, gran cantiere di costruzione per le grosse navi da guerra della Real Marina, ed altre da traffico. Ricchi magazzini di attrezzi e materiali per la marineria reale. Pescagione, cacciagione, industria di seta; molto operosa quella del bottajo. Riputate sono le pelli conciate, diversamente levigate, e colorite. Traffico di legnami di costruzione, grandi conserve di neve ed altre industrie diverse. Ospedali militari, una dogana assai operosa, un ricco fondaco di generi di privativa del governo. La diocesi di Castellammare da alcuni scrittori vuoi sia fondata nel 499, e secondo altri nel 600, nel quale anno ne fu Vescovo S. Catello particolare suo protettore. Arrigo duca di Guisa occupò questa città quando per la seconda volta tentò invadere il regno colla sua flotta; ma, conosciuto che le forze che si allestivano in Napoli erano superiori alle sue, e che si era dato il bando alla sua testa col premio di 50 mila ducati, ne fuggì frettoloso a’ 26 novembre dopo aver dato il sacco alle chiese ed alle case, disperdendo ed abbruciando le carte esistenti nell’archivio della medesima. Castellammare è luogo di delizie per la real Corte di Napoli che vi à un palazzo reale detto di Quisisana con tenuta annessa. In Castellammare nacquero i due Michele Ricci, insigni per cariche e per dottrina, il celebre Paride del Pozzo o d’Apozzo, e altri distinti uomini riportati dagli scrittori della storia letteraria del Regno, e dal P. Serafino de’ Rugieri nella dedica del suo libro sulla immagine di S. Maria di Pozzano. Nel luogo del monastero de’ Paolotti in vetta alla collina sulla sinistra della città pretendesi avervi esistito un tempio di Diana, e vi fu rinvenuto nel 1585 un piedistallo. Nel detto monastero si venera la immagine di S. Maria di Pozzano che dicesi rinvenuta antichissimamente lì presso per rivelazione. La popolazione di Castellammare ascende in oggi a 22.960 abitanti, compresi quelli de’ villaggi che le sono aggregati. Un tronco di strada a rotaje di ferro unisce la città a Napoli, toccando Torre dell’Annunziata, Torre del Greco, Portici e S. Giovanni a Teduccio. Vi si celebra annualmente una fiera ai 25 di Agosto detta di S. Bartolomeo, ed un mercato di animali, e cereali nel lunedì, nel mercoledì, nel venerdì di ciascuna settimana.

 

NOTE:
  1. I distretti o sottointendenze erano 4 per la provincia o intendenza di Napoli: Napoli, Castellammare, Casoria, Pozzuoli. Quello di Castellammare comprendeva i comuni di: Agerola, Anacapri, Bosco reale, Bosco tre case, Capri, Casola, Gragnano, Lettere, Massalubrense, Meta, Ottajano (Ottaviano), Piano, Pimonte, Poggio marino, Sorrento, Torre-Annunziata, Vico Equense.

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