Madonna della Libera: restyling figlio dei tempi

l’editoriale di Maurizio Cuomo

Carissimi lettori, quest’oggi per giusta conoscenza, sottoponiamo alla vostra attenzione quanto occorso in questi giorni nella zona collinare di Castellammare di Stabia.

Panorama da Madonna della Libera (foto Nando Fontanella)

Panorama da Madonna della Libera (foto Nando Fontanella)

Ebbene, dalla lettura di un articolo/denuncia pubblicato dagli amici de “Il Gazzettino Vesuviano”1, abbiamo appreso con stupore che un tratto di circa 100 metri dell’erta strada che collega il crocicchio di via Vecchia Pozzano all’antico Santuario di Madonna della Libera, da qualche giorno ha ricevuto un restyling alquanto discutibile.

Nello specifico apprendiamo che a seguito dei lavori di scavo, effettuati per porre a dimora il metanodotto di servitù all’antico borgo collinare, si è poi provveduto a ricoprire e a ripristinare il piano di calpestio stradale con un manto d’asfalto.

Fin qui tutto regolare direte… il borgo ora ha il suo metanodotto, la strada è nuovamente percorribile, cosa ci può essere di anormale? Ci piacerebbe pensarla allo stesso modo, se non fosse altro che prima dei lavori, questa stessa erta era interamente lastricata da sampietrini! Per essere chiari, quei particolari cubetti di porfido messi a dimora uno alla volta, con sacrificio ed in maniera certosina, fino a formare un resistentissimo tappeto di calpestio, lo stesso materiale che un tempo caratterizzava anche numerosi vicoli e vie del centro antico di Castellammare, oggi quasi sparito del tutto2.

Appendice fotografica
(foto Ferdinando Fontanella)

Converrete quindi che il freddo restyling, di cui sopra, purtroppo, non ripristina lo stato dei luoghi, ma lo altera nella sua bellezza, deturpando: poesia, fascino e storia di questo antico luogo di pellegrinaggio.

Segnalato il dovuto, ringraziamo il naturalista Ferdinando Fontanella per la segnalazione, e ci congediamo rimettendo all’intelligenza e ancor più alla vostra sensibilità un quesito: “E’ giusto tutto ciò? Un luogo o una strada antica che si rispetti può ricevere questo tacito “oltraggio”? Sappiamo bene che porre a dimora un lastricato di sampietrini costa tempo e denaro, mentre un freddo manto di asfalto viene posto a dimora in maniera veloce ed economica, ma è giusto che si svenda così, la nostra identità storica?”. A voi tutte le considerazioni del caso!


Note:

  1. Per eventuali approfondimenti, questo il link a firma di Gennaro Esposito
  2. Stessa sorte ebbero non molti anni fa vie e vicoli dell’antico terziere di Scanzano, che da quel giorno perse la propria antica identità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *