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Fuite ‘o terremoto!

Fuite ‘o terremoto!

di Ferdinando Fontanella

Da 76 immagini del terremoto a Castellammare. di Antonio Colonna e del compianto Lilino Diogene

Da 76 immagini del terremoto a Castellammare. di Antonio Colonna e del compianto Lilino Diogene

Il naturalista stabiese Ferdinando Fontanella ci scrive nel novembre 2008 in occasione del 28° anniversario del disastroso terremoto del 1980, un evento catastrofico, fondamentalmente imprevedibile, che quando colpisce genera un forte stress che in breve tempo sconquassa radicalmente il “normale” corso delle cose.

Un breve racconto introduttivo

Questa mattina, invogliato dalla bella giornata, ho deciso di fare quattro passi per il centro antico della mia città. Ad un tratto, svoltato l’angolo di una viuzza, mi ritrovo a guardare in una “finestra”. Quello che vedo è strano una specie di “casa delle bambole” all’edificio manca una parete e posso osservare l’interno delle stanze, la cucina, il salotto, la stanza da letto, il bagno…non è molto grande alla parete è appeso uno scaldabagno cilindrico da 80 litri , nell’angolo c’è un cesso in ceramica bianca e al muro lo sciacquone con la catenella. Non si sentono voci, non ci sono bambini che giocano è tutto molto strano, surreale. Questa casa mi disorienta, inizio a “viaggiare” nel tempo. In un attimo è sera, l’aria è tinta di un rosso indimenticabile, fa caldo, è domenica. Ora posso chiaramente sentire e vedere le persone che animano la casa, in cucina due signore preparano il caffé, mentre in soggiorno i mariti guardano la TV, ci sono anche 4 bambini che giocano in salotto. Guardo l’ora, le 19:34, non riesco nemmeno a pensare che è tardi che sento un gran vociare, che confusione! I bambini piangono, tanta gente corre in strada, un vecchio carrettiere apre la porta e grida: “Fuite ‘o terremoto!!!!!”.

L’apocalisse post-terremoto

Avviso alla cittadinanza, il muro racconta

Avviso alla cittadinanza, il muro racconta

Questa storia surreale, che ai più può sembrare inventata, ha purtroppo un fondamento di verità. È reale che il ventitré novembre del 1980 un terremoto di magnitudo 6,9 ha devastato gran parte della Campania e della Basilicata. Interi centri abitati rasi al suolo. Quasi trecentomila sfollati, novemila feriti e tremila morti. Una vera catastrofe. È reale che il centro storico di quasi tutte le città del napoletano, malgrado siano passati ventotto anni, portano ancora evidenti le mute cicatrici della catastrofe. Ed è reale il riecheggiare, in questi luoghi martoriati, del grido di dolore e paura di tante, troppe vite sconvolte dal terremoto. Chi e cosa ha determinato lo stato attuale delle cose, perché una catastrofe seppure immane come quella del 1980 ha stravolto e continua tuttora a stravolgere la nostra vita? Per dare una risposta a tutte queste domande dobbiamo fare un passo indietro, tornare all’attimo immediatamente successivo al tremolio della terra. È in questo preciso istante che “l’odore” dei morti e l’opportunità di un “buon pasto” attirano gli “avvoltoi” che s’impegnano ad organizzare: gli aiuti alla popolazione e i fondi per la ricostruzione. Così mentre il popolino si chiede che fine ha fatto Dio, inizia l’apocalisse post-terremoto. Un vero calvario, i danni prodotti da quei novanta secondi di tremolio, sono poca cosa rispetto a quelli di quasi trenta anni di malaffare. L’elite della politica e dell’economia italiana, collusa con la feroce camorra, per lucro ha approfittato del terremoto finanziando la devastazione sociale, naturale e storica della nostra terra.

Pubblicato 30 Nov, 2008

 

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